TRATTENUTE TFS DEL 2,5% NON FATEVI INDURRE IN TENTAZIONE
I colleghi hanno riconosciuto la bontà della nostra iniziativa decretandone il successo.
Qualche dato: abbiamo ricevuto oltre 15.000 adesioni per le nostre diffide e abbiamo notificato le diffide per oltre 10.000 dipendenti e, per mantener fede agli impegni assunti con i lavoratori, stiamo lavorando sulle altre che l’ Avv. Di Stefano depositerà entro 15 giorni.
Tuttavia il risultato è innegabile: le Amministrazioni non risponderanno o negheranno il diritto. Alcune Amministrazioni, richiamando una risposta del Ministero dell’ Economia e dell’ INPDAP, hanno esplicitato molto chiaramente che non solo non restituiranno la trattenuta già operata quanto perseverano nel loro comportamento e non si sa fino a quando… o meglio si sa, fin quando un giudice dichiarerà illegittima la trattenuta.
Ricordiamo che il TAR Reggio Calabria il 18/01/2012 (il TAR è competente per le controversie di lavoro del personale non contrattualizzato) ha condannato alla restituzione degli accantonamenti già eseguiti sullo stipendio di alcuni Magistrati, con rivalutazione monetaria ed interessi legali. Magistrati sì perché questa trattenuta colpisce tutti ma proprio tutti i dipendenti pubblici dai Magistrati ai Militari, a tutto il personale (sia dirigente che non dirigente) dei Ministeri, Presidenza del Consiglio, Agenzie Fiscali, Epne, Università, Regioni, Province, Comuni … insomma proprio tutti.
Gli importi variano in base allo stipendio e per la gran parte del personale si aggira intorno ai 50 euro al mese, ovvero poco più di 1000 euro annui, senza considerare gli importi che continueranno a maturare nel futuro.
Nel frattempo, avendo ricevuto tantissime richieste dai colleghi, chiariamo a beneficio di tutti, che si ritiene non percorribile la class action (che dal punto di vista organizzativo è certo più veloce, semplice ed economico essendo un unico ricorso al TAR Lazio per migliaia di lavoratori).
Il D.Lgs. 198/2009 ammette la class action solo nei casi -tra cui palesemente NON rientra il nostro- di lesione di un interesse derivante da “violazione di termini imposti alla p.a. o mancata emanazione di atti generali obbligatori o da emanarsi entro un termine obbligatorio o nel caso di violazione di carte di servizi o di standard qualitativi”. Come se ciò non bastasse va ulteriormente precisato che dalla class action non possono derivare nè obblighi risarcitori nè, in generale, maggiori oneri finanziari a carico delle Pubbliche Amministrazioni.
Per ottenere quanto trattenuto e per bloccare ulteriori prelievi siamo convinti che l’unica strada efficace sia quella del ricorso in Tribunale, la procedura per aderire all’ iniziativa verrà resa nota, a breve, dalla nostra Federazione. Ricordiamo che con le nostre diffide stiamo interrompendo i termini di prescrizione pertanto abbiamo tutto il tempo per fornirvi il miglior servizio.
Paola Saraceni Francesco Prudenzano
347.0662930
Al volantino della Cgil gli ha risposto la Uil …
la Cgil ha diramato un volantino contrario all’iniziativa.
Se avete una mail ve lo invio,per chiarirci ancora di più le idee.
Ciao
vorrei sapere qualcosa in più, ma sono d’accordo per il ricorso.
GLI ONERI SONO RESTITUTORI NON RISARCITORI NE’ E’ CONFIGURABILE UN ONERE FINANZIARIO PER LA P.A CHE NEL CASO SI E’ INDEBITAMENTE E QUINDI ILLEGITTIMAMENTE TRATTENUTA UNA SOMMA DEI LAVORATORI. INOLTRE, LA VIOLAZIONE CONSEGUE la mancata emanazione di atti generali obbligatori, per cui se non è motivo per una class action questa ….
La class action all’italiana è, scusate la tautologia, all’italiana. Cioè c’è rimasto solo il nome. L’efficacia legale è stata quasi del tutto eliminata.
Ci accontentiamo del ricorso a gruppi, come sempre.