CORREVA L’ANNO 2013…
Abbiamo iniziato un altro anno di passione per i dipendenti pubblici.
Abbiamo iniziato un altro anno che non preannuncia nulla di buono.
I nostri politici, assieme a tutti i media, si sono dimenticati dei rinnovi dei nostri contratti, fermi al 2009, e paradossalmente, si sono dimenticati anche dei tagli alle spese della politica, mentre di nascosto rinnovano i contratti di noleggio per le auto blu e si organizzano per questa prossima campagna elettorale come se tutto fosse normale.
Gli stessi sindacati si sono dimenticati, dopo il rinnovo delle RSU, svolto ormai quasi un anno fa, di rideterminare la rappresentatività sindacale di cui restano delle percentuali sul sito dell’ARAN senza efficacia sulla contrattazione.
E così, mentre si blatera di democrazia, i sindacati continuano a partecipare ai tavoli di contrattazione con i dati rilevati 7 anni fa.
Lo stipendio del personale contrattualizzato ha sempre meno valore e la nostra categoria è sempre meno presa in considerazione se non per discutere di tagli alla spesa e nulla fa pensare che qualcosa migliorerà nel prossimo futuro, nulla fa pensare che cambierà la tendenza a proporre tagli e dismissioni nella Pubblica Amministrazione.
Tutto da la sensazione che siamo di fronte a una fase in cui gran parte dei nostri responsabili politici e burocratici si siano rassegnati alla inevitabilità della crisi e che cerchino di prendere quello che si può, finchè si può.
Noi non dobbiamo rassegnarci, dobbiamo avere la speranza che sia possibile cambiare qualcosa, che della Pubblica Amministrazione, quella buona, questo paese abbia ancora forte bisogno, che possiamo dare un contributo notevole e possiamo non essere una forza inerziale ma una forza viva del paese.
Se tutti avessimo più voglia di metterci in gioco e di rinnovare, se non ci bastasse il quotidiano, se non ci affidassimo a qualcuno senza partecipare, saremmo molto più forti e incisivi.
Prepariamoci per un 2013 difficile e pieno di cambiamenti.
Buon anno a tutti!
bene molto bene si comincia positivamente questo 2013, ma evidenziare che come voti siamo quinti ciò ci pone sesti come percentuale che è si un ottimo risultato, ma non è il primo posto.Comunque sia auguro un buon proseguimento di 2013 a tutti
Rivotate chi ha candidato Brunetta, oppure votate Monti che candiderà Ichino: così potremo recitare il requiem definitivo…
la rassegnazione del pubblico dipendente e l’idea che tanto c’è qualcuno che farà quello che non facciamo noi porterà solo al risultato che il sistema rimarrà fermo mentre ci daranno un sacco di mazzate
L’immobilità è l’arma più preziosa che hanno i soliti sindacati, quelli che dicono di essere al primo posto, per gonfiarci la testa di chiacchere senza fare niente di concreto perchè qualcosa cambi.
Sarà ora di svegliarci??
CHI HA DETTO CHE DEVONO AGIRE AL POSTO DEI LAVORATORI ?..MA SE E’VERO CHE CI RAPPRESENTANO !! ANCHE I GOVERNI SONO ELETTI DAL POPOLO E CI RAPPRESENTANO…MA SAPPIAMO BENE COME AGISCONO E COME FANNO I LORO INTERESSI’!NON CERTO I NOSTRI
a me viene in mente la favola del tesoriere e di Sua Maestà. quando le casse del regno si svuotarono S.M kiese al tesoriere di provvedere e questi fece un’operazione dei grandi numeri: tassò la massa dei sudditi, operazione facile e immediata. Allorché le casse si svuotarono di nuovo, il Tesoriere fece notare a S.M. ke sarebbe stata la volta del resto della popolazione, ovvero dei ricchi. A quel punto S.M. replicò che non sarebbe stato necessario, perchè l’operazione di ritassare i sudditi poveri sarebbe stata fatta senza colpo ferire come la prima volta, anke perkè i poveri erano già abituati a stringere la cinghia e a vivere con poco, pensando così di evitare il peggio e così abituati a prendersi il poco ke passava il “governo”, oltre tutto i ricchi si sarebbero ribellati e avrebbero dato problemi. Risultato: la parte economica che ci stanno rubando è forse l’aspetto meno grave, ci stanno rubando la dignità e ce la lasciamo scippare. Perchè? perchè purtroppo c’è chi ancora si accontenta dei privilegi di uscire a fare la spesa o andare al mercatino durante le ore di sevizio, e per loro paga anke quella parte di dipendenti pubblici ke si rinnovano (spesso a spese loro) per il gusto la passione e la libertà di fare le cose per bene piuttosto ke assoggettarsi a fare solo ciò ke conviene al proprio orticello; paga anke quella parte di popolazione ke dà valore al proprio lavoro perkè dà valore a se stesso e non perkè si debba aspettare un tornaconto o un riconoscimento dalla dirigenza (ke dio me ne scampi); paga quella parte ke è produttiva e ke non ha da temere se si parla di efficienza, produttività, controlli e regole. I veri cambiamenti partono sempre da se stessi, dalla base, da un cambiamento di cultura, di visione delle cose, ancor prima che dalle regole o da fatti oggettivi introdotti dall’alto. se ciascuno di noi iniziasse la propria rivoluzione nel piccolo, trattandosi e volendosi bene, anzikè rassegnarsi e vivere nell’ inerzia….
e’ inutile rinvangare sugli illeciti fatti e che ci faranno, come se continuare a parlarne esorcizasse o cambiasse le cose .. e’ ora di muoversi…i sindacati ci sono anche per questo o sbaglio?
I sindacati agiscono per conto dei lavoratori rappresentati ma questo non vuol dire che agiscono al posto dei lavoratori rappresentati che restano a guardare aspettando che qualcuno risolva i loro problemi.
Ci vuole partecipazione, non tifo da stadio!
Quando sarà che il pubblico impiego e i suoi rappresentanti si daranno una ” botta di reni” e abbandoneranno la veste di “rassegnazione (in qualche caso di acquiescenza)” che li contraddistingue per chiedere risolutamente il rinnovo dei contratti, ma anche per correggere le cattive pratiche e la non trasparenza che c’è nella pubblica amministrazione?
BRAVA ILENIA, HAI FATTO CENTRO, SONO CONVINTO ANCHE IO CHE PER NOI LE COSE ANDRANNO SEMPRE PEGGIO. E’ FIN TROPPO FACILE SPREMERCI E TARTASSARCI PER LA NOSTRA SCARSA FORZA CONTRATTUALE E POI, SIAMO TANTI, I SACRIFICI CHE VENGONO IMPOSTI A NOI SI TRADUCONO FACILMENTE IN GRANDI NUMERI. CI SARA’ BEN POCO DA FARE GRAZIE COMUNQUE, ILENIA, PER AVERE, ALMENO, RICORDATO IL PROBLEMA.