TEMPO DI CRISI, TEMPO DI PROPOSTE (Parte 2)
Finora gran parte dei lavoratori si sono cullati nell’idea che, “finché ci sono quei tre grossi sindacati”, non poteva succedergli nulla e che pertanto non era necessario, forse anche inutile e faticoso, intraprendere strade di innovazione e di rinnovamento reale affrontando il nodo del merito e della capacità individuale. Più facile mantenere le posizioni!
Invece occorreva, ed occorre, reagire a questa criminalizzazione.Non rinchiudendosi nel fortino anacronistico e inutile delle affermazioni: “E’ tutto falso, anche gli altri non lavorano, prendiamo pochi soldi, etc…”. Ci sembra più utile rilanciare la sfida, rimandare il sasso a chi lo ha scagliato attraverso proposte costruttive e concrete basate su principi nuovi, innovativi e, in una certa forma, rivoluzionari del modo di affrontare la giornata lavorativa nella P.A.
Occorre mettere in evidenza, occorre separare, definire, far risaltare le differenze di impegno e di dedizione per poi legarle funzionalmente in una unica opera e direzione. Non è più possibile sopportare l’ingiustizia della uniformazione al ribasso.
Occorre lanciare la sfida dell’eccellenza, ovvero della professionalità e della efficacia del lavoro per chi non si accontenta di vivacchiare, garantendo esclusivamente il minimo dell’impegno richiesto. Per fare questo dobbiamo iniziare dalla testa, ovvero dalla Dirigenza, attraverso degli strumenti che garantiscano l’obiettività e che siano realmente terzi nei confronti degli operatori della P.A.
Occorre introdurre un chiaro ed efficace metodo di misurazione del merito che non porti allo scandaloso raggiungimento degli obiettivi dei dirigenti per il 99% dei casi, ma che faccia dei netti “distinguo” tra chi si sente parte della macchina amministrativa e partecipa responsabilmente alla sua evoluzione e chi invece ritiene che l’unico fine sia di far passare il tempo, fino alla pensione, senza alcuna prospettiva di miglioramento personale, cercando esclusivamente di galleggiare attraverso i propri contatti.
Occorre infine introdurre un sistema sanzionatorio certo e graduale per la Dirigenza, al pari di quello esistente per le aree funzionali, che non permetta l’impunità dei piccoli, ma pesanti, abusi di potere esercitati sia nei confronti dei collaboratori che dell’utenza. Abusi che, attualmente, non espongono ad alcun rischio il dirigente interessato neppure in caso di soccombenza in giudizio.
Non siamo un sindacato generalista ed ecumenico:
- Vogliamo rappresentare quella parte di colleghi che vuole gli strumenti e le opportunità per mettere in luce le propria capacità individuali.
- Vogliamo rappresentare chi crede che sia sbagliata la distribuzione a pioggia del salario accessorio la totale assenza di valutazioni di merito, in definitiva la assoluta indifferenziazione del salario di chi lavora e di chi no.
- Vogliamo strumenti e opportunità, assolutamente oggettive e trasparenti, per mettere in luce le capacità individuali di ognuno, dei percorsi di carriera realmente legati alla professionalità e al merito.
Segretario Generale
Francesco Prudenzano
Concordo in pieno con Alberto, anch’io appartengo all’area A e non mi è stata mai data l’opportunità di fare un concorso interno. Ho 20 anni di servizio e pur avendo i titoli di studio, mi ritrovo ancora nella stessa posizione lavorativa di quando sono stata assunta. Credo che sia ora che i sindacati pensino anche a noi e che si diano da fare per i passaggi di livello come è stato fatto per i colleghi delle agenzie. Grazie.
il sistema di valutazione del merito mi pare ci sia già, alcuni sindacati hanno fatto i salti mortali per introdurlo ed eventualmente legarlo al salario accessorio, per essere bravi bisogna diventare amici del dirigente, oppure ossequiare il cretino di turno.io speriamo che me la cavo e voi.un medico italiano ha dichiarato che il trapianto di testa si può fare.
CONDIVIDO IL PUNTO DI VISTA DI TUTTI
MA NON POSSO FARE A MENO DI PENSARE CHE SI TRATTA SEMPRE DEGLI STESSI ARGOMENTI PER I QUALI SI FANNO SEMPRE LE STESSE PROPOSTE TUTTE GIUSTE E VALIDE MA CHE PER ESSERE ATTUATE NECESSITANO INEVITABILMENTE DELL’ACCORDO CON L’AMMINISTRAZIONE.
RICORDATE CHE CI RECHIAMO IN UFFICIO PER LAVORARE IN QUANTO IL LAVORO RESTA L’UNICO STRUMENTO LECITO PER PROCURARSI DA VIVERE PIù LAVORI PIù DOVRESTI ESSERE RETRIBUITO E PIù VIVI DIGNITOSAMENTE. MA A CHE COSA SERVONO LE AREE?DI CERTO NON SONO solo MISURATORI DI RETRIBUZIONE. E ALLORA?
LA RETRIBUZIONE DEVE ESSERE CORRELATA AL LAVORO/PRODUTTIVITà.COME SI MISURA LA PRODUTTIVITà DI UN LAVORATORE PUBBLICO? NELLO STESSO MODO IN CUI SI MISURA TUTTO C’E’ BISOGNO DI UN’UNITà DI MISURA. PERCHè TUTTI CE L’HANNO E NOI NO? FORSE PERCHè A QUALCUNO NON CONVIENE E SECONDO ME NON CONVIENE PROPRIO AI DIRIGENTI O A COLORO I QUALI SONO RIUSCITI GRAZIE ALLA LORO VENERANDA ETA’ DI SERVIZIO A RAGGIUNGERE UNA DETERMINATA AREA ALTRIMENTI viene fuori CHE PIù SALI DI QUALIFICA E MENO LAVORI O AL MASSIMO CONTINUI A FARE LE STESSE COSE ma ad un prezzo ingiustamente più alto.
Un quesito per lei e per tutti.
I Dirigenti hanno un tempo di lavoro e non l’orario di lavoro come noi. Mi spieghi qualcuno perchè il tempo di lavoro dei dirigenti non può essere misurato, incrociato con gli altri incarichi, con le ferie e la malattia, etc… per poi avere una idea più chiara del loro lavoro almeno quantitativo?
non ci dimentichiamo che se è vero che non hanno un orario di lavoro è, invece, vero che hanno l’obbligo della presenza giornaliera….;)
Si passando una volta sola davanti al marcatempo… e perchè non segnano uscita e entrata come tutti? Perchè poi sarebbero misurabili e Dirigente è diventato sinonimo di Irresponsabile.
A proposito di responsabilità dirigenziali, perchè non viene mai sollevata la questione relativa alla presenza di magistrati nella direzione degli uffici amministrativi del Ministero della giustizia? Perfino qualche docente universitario ha sollevato dubbi di costituzionalità, atteso che il 110 Cost. affida l’organizzazione degli uffici giudiziari al Ministro e, dunque, all’Esecutivo.
Nessuno ha mai pensato che ci sia qualche confusione dei ruoli in aperta violazione della rigida separazione tra i Poteri dello Stato di montesquieu(ana) memoria?
Perchè le oo.ss., compresa l’UGL – Coordinamento Giustizia, non fanno valere le responsabilità amministrativo-contabile e professionale del Direttore generale che colpevolmente non ha provveduto a rinnovare le convenzioni per l’attribuzione del buono pasto ai lavoratori, i quali attendono da otto mesi?
Beffa della beffa, l’ex D.G. è stato addirittura premiato con un nuovo incarico consulenziale immediatamente dopo il pensionamento e nonostante le norme sulla spending review…………. E ho detto tutto! “O patria mia, vedo le mura e gli archi
e le colonne e i simulacri e l’erme
torri degli avi nostri,
ma la gloria non vedo,
non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
i nostri padri antichi”.
Ottimo Documento Caro Segretario Prudenzano, condivido gli interventi di altri colleghi, e spero che con la costanza e la tenacia possiamo ribaltare l’infamia di essere dei fannulloni, titolo che non si addice, semmai parcheggiati, i dipendenti pubblici eseguono le disposizioni che ci giungono dall’ alto, ossia, dalla dirigenza e dai funzionari sottoposti, e ci vergogniamo che non abbiamo le braccia libere, l’UGL Intesa se veramente vuole riformare la macchina pubblica crei una Tak Force, solo dai dipendenti del Pubblico impiego, l’Italia e gli Italiani possono risorgere a una società più equa e giusta. Sì, caro segretario, ti sto chiedendo di fare politica sindacale dove altri non hanno mai fatto, le tessere scarseggiano, i sindacati hanno venduto la nostra pelle a quelle organizzazioni parallele, lobby, potentati, con attività criminali bancarie. Serve una reale presa di posizione. Varius, tu mi comprendi cosa sto dicendo, è giunto il momento di rivoluzionare alla ghandi la ns P.A. L’allarme lo dò io, non ci sono più soldi per i nostri stipendi, e per gli italiani, e questo non è colpa della UE, ma di noi tutti italiani pubblici e privati, anche coloro che hanno stipendi privilegiati, con triplo sestuplo incarichi sono a rischio, ma loro confidano nelle loro lobby, e ci portaranno alla rivoluzione civile, mentre, dovrebbero desistere e mettersi a disposizione, Dio gli da una seconda possibilità, come per tutti. Nel frattempo, L’UGL-INTESA nata dal Pubblico Impiego si attivi per un papier dolance e con delle proposte sanificatrici, gli italiani contribuenti hanno bisogno di noi. L’ultimo caso negativo accaduto in Sicilia per una donna partoriente, elicottero guasto, sala di rianimazione super affollata, muore il bambino e la mamma, e questo è dare un servizio pubblico? Mnetre i dirigenti Asl e company dovevano controllare prima se le strutture sono efficienti, non credete, questa è la P.A. Lutti che si potevano evitare. La P.A. deve essere modificata e rinnovata costi quello che costi.
parliamo tanto di professionalità , ma avete visto i ns attuali dirigenti , o capi area , o responsabili , odierni , non c’e’ ne uno che si prenda responsabilita’ ,che gli interessi quello che sta facendo , eo perche ‘ lo sta facendo , tutti impegnati a tenere la loro pèosizione il tutto condito da una buone dose di opportunismo , e senza alcuna programmazione delle attività da svolgere, i sindacati proprio non vengono neanche interpellati , e il personale che ha conoscenze,raccomandazioni va’ avanti vedi l’ultimo concorso farsa per il passaggio dalla II alla III area delle dogane solo tutto e’ improntato sul qualunquismo. Poi mi fermo perche senno mi arrabbio troppo dopo 30 anni di servizio sempre trattati da ultime ruote del carro con la progressiva perdita di professionalità.
Concordo con il collega Zema, la D.N.A. è il luogo del fancazzismo da parte di una determinata classe dirigenziale, quella innominabile… Quella che tutte le oo.ss. non si mettono mai contro, che non corrisponde più ai valori di colui che ideò e volle la medesima Direzione.
Ciò detto, al collega Nicola devo, altresì, ricordare che i piccoli privilegi si pagano… Lo dico perchè l’ho anch’io sperimentato sulla mia pelle.
Lavoro nell’amministrazione finanziaria dal 1985,precisamente nell’attuale Ministero economia e Finanaze.Mi ricordo che entrai come II livello,Attuale prima Area.Ho fatto all’interno dell’amministrazione concorsi di tutti i tipi,alcuni vinti,ma per la regola del doppio salto,vale a dire non si poteva passare dal III al V livello,e sono rimasto sempre fuori.L’area A,non so il motivo e’ sempre stata l’Area piu’ bistrattata ,ma non per questo meno importante,forse perche’ non interessava a nessuno.Siamo sempre stati penalizzati dai sindacati e dall’amministrazione, rispetto a tutte le altre,forse perche’ i meno numerosi o costituivamo l’ultima ruota del carro. L’ultimo concorso che e’ stato fatto si ricorda il lontano 2000/2001— 8 miseri posti nella regione Lazio.E chi abita in Sardegna o Sicilia con 40 anni di servizio?.Non siamo ancora riusciti ad adeguarci agli standard europei ,ove la professionalita’e la progressione di carriera e’ al primo posto.Concludendo dopo quasi 30 anni, di lavoro,con un titolo di studio, cambiando varie tipologie di lavoro all’interno dell’ufficio,mi ritrovo con la stessa area di cui sono entrato,senza trovare nessun sindacato che abbia preso in considerazione la nostra situazione.Si e’ anche parlato di eliminare questa Area ma e’ rimasta lettera morta.Mi rivolgo a voi come sindacato Ugl ed anche ai colleghi della area A e’ ora di prendere in considerazione la nostra situazione.Grazie.
A Settembre lanceremo una iniziativa in tal senso.
Gentilissmo Segretario Generale, concordo appieno con queste valutazioni e ritengo che sia ora di passare ai fatti. Da parte mia ho lottato e lotto nella completa indifferenza dei colleghi e della dirigenza per far valere questi principi, pertanto una più forte presenza non solo virtuale del sindacato sarebbe se non altro opportuna, a maggior ragione in un contesto come il mio la Direzione Investigativa Antimafia dove della premialità e del buon lavoro se ne sono dimenticate le origini dall’atto in cui fu costituita più di venti anni fa, facendo o creando le solite sacche di opportunismo e clientele che ben si accordano con il resto della società che ci circonda. In nome di un cambiamento per noi e non solo, ma anche per i principi finalmente sani di una nuova società spero ed auspico un maggior interessamento da parte vostra al contesto dove io lavoro, ma anche alla pubblica amministrazione nel suo complesso, che lungi dall’essere scevra delle problematiche rappresentate, tende a perpetuarsi in un ciclo ormai cinquantennale di nefandezze e qualunquismo per il puro tornaconto di ciascuno, senza avere ben chiaro quello che sarebbe opportuno per non dire indispensabile ad un futuro migliore.
saluti Nicola
Mirko Picone cancelliere del Tribunale di Palermo:
Finalmente qualcuno prende in considerazione l’idea che l’impegno va tutelato e premiato. Vi seguo con attenzione. Grazie