Anche il posticipo del TFR e il taglio sulle tredicesime sembrano evitati!
L’azione del sindacato può essere efficace anche senza scioperi generali.
In queste ore pare che il Governo abbia fatto marcia indietro sullo slittamento di due anni per il TFR e sulla riduzione delle tredicesime in caso di mancato raggiungimento del risultato dell’Amministrazione di appartenenza.
Le notizie dal Senato sono ancora confuse e contraddittorie ma pare che queste due modifiche siano sicure, almeno al Senato. Quindi fino all’approvazione definitiva dobbiamo stare attenti e tenere l’attenzione alta.
Restano altre questioni in sospeso, tra cui la sicura riduzione degli uffici pubblici sul territorio, ad iniziare da quelli del Ministero della Giustizia, che porteranno ad un inevitabile trasferimento del personale.
Anche gli altri ministeri non possono stare tranquilli, e sono previsti trasferimenti coatti, anche interregionali, come per il Ministero dell’Interno. Stiamo già attivandoci per questo scenario e le iniziative saranno presto rese note. Iniziative che saranno tanto più efficaci quanto saranno partecipate da tutti.
Il problema del debito pubblico, e del fatto che spendiamo più di quanto produciamo, però esiste e noi, come sindacato responsabile, sappiamo bene di trovarci in una situazione simile a quella del ’92 quando, in una notte, si fece un prelievo forzoso sui nostri conti correnti da parte del Governo Amato.
Se ancora non è accaduto nulla è perché la BCE sta comprando i nostri titoli di Stato, ma la cosa non durerà all’infinito e non vogliamo svegliarci una mattina e accorgerci che il prossimo stipendio è dimezzato o che non ci sono più le tredicesime (vedi la Grecia).
Il Governo deve agire velocemente e in maniera congrua su chi ha di più, invece pare che non voglia scontentare nessuno e questo ci preoccupa non poco perché c’è il rischio di un’altra manovra in breve tempo e… come dice il proverbio: “Una manovra al giorno toglie lo stipendio di torno!”
PERMANE LO STATO DI AGITAZIONE, STIAMO ORGANIZZANDO PRESIDI IN OGNI POSTO DI LAVORO DI OGNI PROVINCIA D’ITALIA, PER EVITARE COLPI DI CODA DEL GOVERNO CONTRO I PUBBLICI DIPENDENTI.
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE !
Paola Saraceni Francesco Prudenzano
347.0662830
e ci mancava pure l’apprvazione di quest’altro sopruso, come se non bastasse il blocco dei contratti al 31/12/2014.
ma questi vogliono il nostro sangue?
E’ evidente, e ciò risulta anche dagli interventi dei colleghi, che non ci si può accontentare del ritiro delle misure sulle tredicesime e sullo slittamento di due anni del TFR, concesso agli statali, quando è in gioco la sicurezza del posto di lavoro e dei diritti acquisiti, sulla traccia dell’accordo fatto tra parti sociali e FIAT a Giugno. Da oggi in avanti saremo tutti sudditi!
Evviva!!
Il problema, che forse non si vol capire, è che se qualcuno non ci compra i titoli di stato non possono pagare gli stipendi. E questo non lo dico per difendere il Governo, perchè la cosa riguarda la storia politica dell’Italia da metà degli anni ’80.
Da mo’ che siamo sudditi, e per scelta. Ogni volta che deleghiamo qualcuno per poi dargli la colpa di quello che non funziona, evitando accuratamente la partecipazione personale, siamo dei sudditi, per scelta.
Certo, se si pensa solo a se stessi e dintorni si possono fare cose efficaci anche senza scioperi generali. Un contentino sul TFR, un altro sulla tredicesima… ma se si guarda al futuro del paese e alla irresponsabilità di questa classe politica, alla confusione di queste finanziarie e al fatto che il governo non si assume la responsabilità dei propri errori, alla scuola che viene distrutta mentre l’esercito prospera partecipando a guerre illegali secondo la nostra costituzione… allora forse serve ben più di uno sciopero generale, se non ci basta accontentarci di vivacchiare salvando i nostri emolumenti ma piuttosto vogliamo disegnare un futuro per il paese.
altro che uno sciopero generale, dieci, cento scioperi!!! e tutti i cittadini, non per categoria, non per sindacato. TUTTI perchè sono in gioco dei diritti sacrosanti l’art. 18 “aggirato” con una manovra economica, telecamere in ufficio? (per controllare quante volte vai in bagno? quante sigarette fumi? se e quanti caffè prendi alla macchinetta?), controllo della posta(per sapere se per caso hai letto una comunicazione di un sindacato? per vedere che giornale leggi on line? per sapere se ricevi notizie “vere” che i giornali non pubblicano?.
che altro….?
sull’art. 18 ci sarebbe da discutere a lungo ma sulle altre cose che dici io non le ho viste da nessuna parte.
Dove sono previste?
P.S.: Informarsi da più fonti è un diritto, ma non è necessario farlo in ufficio, anzi diciamo che è sconveniente.
le “altre cose” le ho lette su diversi giornali e sentite ad almeno due tg (per par condicio uno di mediaset e uno rai) “proposte” dal Ministro Sacconi, e non sul posto di lavoro.
della “censura” della posta elettronica si hanno notizie solo sul web, e per precisare, durenta la pausa pranzo, se non mangio mi informo.
saluti
Si dovrebbe parlare anche della “finestra” lunga ben un anno. Praticamente ormai i 40 anni di servizio in effetti sono diventati 41.
Hai, perfettamente, ragione. L’impressione che si ha è proprio che il Governo si attivi solo perchè costretto da situazioni di emergenza e non con un’azione innovativa programmata e pianificata, ma quasi sempre improvvisando soluzioni che potrebbero non sortire l’effetto voluto e attingendo dal bagaglio del passato. La razzinalizzare della spesa pubblica non può tradursi in misure che penalizzino il personale dipendente, mettendolo in condizioni, talora, di non poter svolgere adeguatamente la funzione cui è preposto. I dipendenti del Mnistero della Giustizia, ad esempio, spesso si trovano a lavorare con gravi difficoltà per la mancanza di strumenti e l’accorpamento, così come previsto dalla manovra finanziaria, mette a serio rischio, con la mobilità prennunciata, i loro diritti. E’ necessario a questo riguardo chiedere subito un tavolo di contrattazione. Hai, perfettamente ragione, riprendere il motto di Tommaso Campanella “nulla di nuovo sotto il sole”, purtroppo a pagare sono sempre i più deboli. Mai più di ora occorre un’azione congiunta a livello sindacale contro questa efferate prepotenze.
adesso devono cercare gli evasori. Ma se non li hanno mai voluti trovare? E’ L’ENNESIMA PRESA IN GIRO, e l’UE l’ha capito. Ma la cosa più strabiliante è l’unificazione degli enti di previdenza all’INPS,così gli statali pagheranno con il loro ente CHE I SOLDI CE LI HA, i debiti dell’INPS che attualmente gravano sul debito pubblico. Che beffa grandiosa, dopo la tredicesima in forse e lo slittamento del tfr, dobbiamo anche risanare il debito di chi non ha pagato mai.
E pensare che gli statali potevano andarsene in pensione anche prima visto l’accumulo dei contributi versati all’inpdap.
Il ministro dell’economia continua a fare tagli insensati o meglio interessati, ma le macchine blu restano e gli sprechi anche, forse è ora che vada a casa insieme a tutto il governo.
Carissima Laura,
sono d’accordo con te sulla lotta agli sprechi della politica e all’evasione fiscale. Ma non possiamo solo lagnarci e basta. Dobbiamo avere la forza di reagire con azioni concrete e unitarie. Il sindacato ha bisogno di noi delle nostre idee, della nostra partecipazione, della passione. Noi dobbiamo essere capaci di manifestare il nostro “orgoglio” di appartenere alla pubblica amministrazione, di cui siamo la parte migliore. Noi respingiamo al mittente l’epiteto di fannulloni che ci hanno affibiato, esigendo che sia riconosciuto il nostro impegno quotidiano e la nostra professionalità al servizio del Paese. I dipendenti pubblici stanno pagando più di quanto è giusto un debito che è pubblico perchè è di tutti i cittadini, politici inclusi. Quanto all’accorpamento degli enti previdenziali dell’Inps mi sembra una proposta fumosa e non chiara, se fosse come dici tu certamente dovremmmo contrastarla come abbiamo fatto con il tfr e la tredicesima.
Il sindacato ha peroprio bisogno della partecipazione degli iscritti.
Non bisogna essere iscritti e basta, ma quando si vuole mettere in campo la propria idea, bisogna partecipare.
E’ capitato a me, di organizzare un’incontro con i colleghi iscritti, è di vedere arri vare siolo il 10% di loro.
Domanda: Ma che pretendete poi, se quando ci si vuole vedere tutti per discutere delle problematiche sul territoruio e neei vari uffici, siste latitanti?
Non si può essere ipercritici e nello steeso tempo assenti.
Caro Giuseppe, sacrosante parole, siamo noi che dobbiamo misurare la pressione a tutti i sindacati, dico tutti!, Come? Realizziamo una assemblea o Conferenza permanente invitando tutti i sindacati per riscrivere la manovra dalla A alla Z, Colro che si presenteranno rispondendo all’invito per farci notare, realizziamo dei sabati e domeniche dei gazebo appropriati per informare i cittadini. La Crociata per la difesa e la tutela del lavoro parte dai cittadini e sindacati” Sai la risonanza della Stampa e dei mass media nazionali e internazionali. Capannelli di incontro e di aggregazione sociale, in ogni piazza, alla maniera di quelli che realizzano gazebi per raccogliere fondi sul cancro. Questo Governo e la politica è diventato un vero CANCRO, solo così possiamo inviare al Pre sidente della Repubblica l’invito di sciogliere le Camere, in quanto, tanti uomini e donne della politica gli diamo modo di uscire fuori dall’immobilsmo e dalla politica del malaffare, ovvio, dovranno condividere appieno il nostro programma mettendo la faccia come la mettiamo noi. Fino a prova contraria siamo 3 milioni e 250 mila dipendenti pubblici che moltiplicato in media per 4 come voti arriviamo a oltre 10 milioni, pronti per realizzare un Partito. Se condividi, passa parola. A giorni sarà preparata la lettera invito a tutti i segretari generali di ogni sigla sindacale riconosciuta in Italia, con tante grazie da parte della UE e di alcune strutture di grande valore e spessore sociale. Questo è il momento della verità, chi condivide, basta dare un cenno.
sarebbe opportuno che i signori parlamentari fossero i primi a ridurre stipendi e agevolazioni così inizieremo a risparmiare
Si sente molto parlare di crisi.
Ma di che crisi parliamo?
Questa che stiamo attraversando non è una crisi economica, basta leggere i dati trimestrali o semestrali delle aziende. Le aziende producono utili e vendono.
Questa è una crisi del debito pubblico di alcuni paesi che, per finanziarsi, emettono “bond”, BOT etc. (sono stati attaccati dagli speculatori nell’ordine: Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, Francia e ora anche gli USA)
O meglio, questa è una crisi creata dalle Agenzie di Rating (che lavorano per gli speculatori) nel momento in cui le stesse “mettono sotto osservazione” il debito pubblico di determinati paesi.
La UE poi si incaricherà di chiedere al paese stesso di “rientrare” dal debito, con una manovra finanziaria governativa (a carico dei cittadini).
Una crisi creata da chi sparge la voce che “c’è la crisi” o che “potrebbe esserci” (in primis le agenzie di rating, seguite a ruota dai giornali), che genera, in borsa, in particolare tra i piccoli investitori, il “panic selling”, cioè la vendita a raffica di titoli che tendono al ribasso, per paura di una diminuzione eccessiva del valore del titolo stesso.
Ecco, Agenzie di Rating e informazione diffusa creano la paura sui mercati borsistici, che si traduce negli enormi ondeggiamenti in basso delle azioni, degli ultimi giorni. (In particolare delle Banche, che sono quelle che detengono grossi pacchetti di buoni italiani.)
E’ a questo punto, una volta diffuso panico e paura da parte di agenzie di rating e informazione, che intervengono i grandi speculatori, che comprano “sottocosto” le azioni italiane.
Successivamente, dopo che il Governo avrà varato la manovra di “tagli e sangue” (a carico dei cittadini, costretto dalla UE) la borsa risalirà e gli speculatori venderanno, lucrando, a spese degli italiani.
Credo che non ci sarebe bisogno di nessuna manovra economica se confiscassero i beni non solo ai mafiosi ma anche ai grandi evasori e ai politici collusi e corrotti. Purtroppo è un’utopia perchè siamo governati da loro!
Io resto sempre dell’idea, che la lotta va fatta all’evasione fiscale, commercianti, medici, avvocati,e che dire dei dentisti che fanno un prezzo con fattura ed un altro senza fattura? (o ricevuta FISCALE)E I calciatori? e i politici? che prendono un aumento ogni tre-sei mesi pari a dieci dei nostri stipendi? e’ ora di finirla, di attaccare sempre il poveraccio e’ troppo facile, ha dimenticavo un altra categoria che dire di meccanici e carrozzieri? avete mai avuto una ricevuta fiscale quando ritirate l’auto da un officina?
BUONA GIORNATA A TUTTI, e un consiglio ai politici, svegliatevi e recitate un mea-culpa.
…ma, dico, se tornano indietro su tutto, vedi anni riscattati per laurea a militare, rateizzazione tredicesime e slittamento del TFR, addirittura festività laiche e … relativi ponti,…delle Province sembra quasi non si parla più, …l’aumento dell’Iva è ancora un mistero…il contributo di solidarietà nessuno lo vuole pagare, …allora, dico, che faranno? Dove andranno a parare? Cosa ci dobbiamo aspettare…, ma sopprattutto… “hanno le idee chiare i nostri politici oppure no?”. A me sembra proprio di no, a me sembra che siamo nel buio più totale…
Intanto l’Europa ci guarda, le borse consumano un nuovo tonfo e Napolitano fa un’altro monito! Poveri noi!
purtroppo in italia non è mai esistita una manovra innovativa, che andasse a incidere sulla giungla degli stipendi, prima che delle pensioni (sulle quali peraltro grava il fatto che i prelievi servono anche per il sociale).
sarebbe cosa positiva commisurare gli stipendi all’effettiva utilità sociale dei lavori (p.es. centralità dei settori sanitario e scolastico e loro precedenza su altri settori; importanza strategica del settore turistico)e non all’utilità che i lavori rivestono ai fini del mantenimento della politica (v. ipertrofia degli emolumenti della stampa radiotelevisiva e non solo)o di certo tipo di introiti da paese non molto sviluppato (calciatori per totocalcio).
questo,partendo anche non solo dal famoso dogma “lavorare tutti per meno”, che non mi pare abbia mai fatto molti proseliti, ma anche da un profondo cambiamento della formazione a tutti i livelli.
questa manovra, come tutte quelle che l’hanno preceduta,assomiglia molto al sistema con cui in italia si fanno le nuove edizioni dei dizionari, ovvero introducendo nuovo lessico e cancellando parole obsolete, mai partendo da un nuovo impianto. anche qui, nulla di nuovo sotto il sole.in questo modo, si può andare solo al fallimento.naturalmente, ben venga anche il contributo di solidarietà, ma non può bastare a cambiare ottica.