Buoni Pasto che non valgono nulla!
In questo periodo di “vacche magre” anche i nostri Buono Pasto, cedono il loro valore di 7 euro (sette) alla contrazione economica! In poche parole, anche su questi, ci troviamo a dover pagare il “fio” per conto di un Governo sempre più allo sbando.
Quindi, essere dipendenti dello Stato e, spendere dei “crediti” da 7 euro, emessi da questo, in onore di un diritto sancito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, diventa sempre più difficile!
Infatti, i commercianti al dettaglio e la maggior parte delle catene dei Supermarket, non accettano più i nostri “pagherò” emessi e garantiti dal nostro datore di lavoro.
Ma c’è ancora di peggio, perché se eventualmente “accettati” e, non a pagamento per tutti i generi alimentari, bisogna lasciare al commerciante di turno, una “prebenda” economica a titolo risarcitorio per un’eventuale “morosità o ritardato pagamento” da parte dello Stato! Una vera e propria beffa per noi!
Le “tasse” suoi Buoni Pasto, le paghiamo sulla base del loro valore (7 euro) quindi, quanto sta avvenendo è assurdo ed innesca ai nostri danni, una doppia riduzione economica, una sul valore secco del Buono Pasto e l’altra sulla tassa alla fonte, che resta fissa sui 7 euro!
La soluzione, sarebbe quella di andare al “Ristorante del Senato”, dove con il nostro “lauto” Buono Pasto, potremmo permetterci;
Come primo piatto, delle “Penne all’arrabbiata”.€. 1,60
Per secondo, “Carpaccio di filetto con salsa al limone”.€. 2,76
Per contorno, “Melanzane al funghetto”.€. 1,43
Poi per finire una bella “Insalatina Cappuccina”.€. 1,43
Per un totale di €. 7,22
In breve, aggiungendo solamente quei “pesanti” 22 centesimi, al nostro “bistrattato” Buono Pasto, potremo degustare una cenetta o pranzo che sia, veramente niente male!
Allora andiamo tutti al “Ristorante del Senato” e, non dimenticatevi a casa il vostro Buono Pasto, perché lì vale veramente un BUON PASTO!
Una Buona Indigestione a tutte/i!
Paola Saraceni Francesco Prudenzano
347.0662930
non tutti hanno la fortuna di essere a Roma e pertanto al ristorante del senato non ci posso andare.
I prezzi del nord sono molto più cari se fate fatica voi al centro sud che i prezzi sono più bassi pensate noi al nord che fatica che facciamo.Qui a Treviso per mangiare quello indicato nel menu’ del senato ci vogliono 2 buoni pasto.UN buono pasto serve per 2 o 3 tramezzini 1 bicchiedere d’acqua e un caffe’
o una pizza margherita e acqua del rubinetto (o del sindaco come si dice)ciao Laura
Io frequento il CONAD di viale Somalia, Roma. Non voglio fare pubblicità occulta. Lo dico xché non ho mai avuto problemi.
Se ci fosse un commerciante che fa il furbo, consiglierei Federica di denunciarlo a raffica: procura della repubblica, commissariato di polizia di zona, stazione dei carabinieri di zona, per truffa od appropriazione indebita, al Ministero, perché comunichi all’impresa che emette i buoni il comportamento scorretto del commerciante, possibilimente all’impresa stessa, affinché chiuda la convenzione con quel commerciante, la Camera di commercio locale.
Distinti saluti.
Paolo Testa
Bravo Matteo, condivido il tuo orientamento, anche se con soli 7 euro il pasto si riduce davvero ad un panino e aun bicchiere d’acqua minerale. Consiglierei questa dieta agli alti e corpulenti papaveri, chissà che non scendano di peso.
Caro Piero stai pur certo che… La Morte viene per tutti, anche per loro che oggi si sentono immuni e privilegiati, dimenticando la loro provenienza, cosa succederà, quando l’ultima ora di respiro ci sarà il processo funerario per loro e per tutti i comuni mortali. immaginati, quando si troveranno ad attraversare il tunnel, impediti di arrivarci, mentre altri, che sono stati privati, dilaniati dalla fame, dalla sofferenza psicologica, gli passano avanti, in quel momento costoro che non hanno governato con equità e giustizia sociale, ammazzando e denigrando il popolo, cosa cacceranno la tessera di parlamentare??? Costoro non sono nessuno, ma la cosa più grave è quella che oggi sono in tempo a ravvedersi, poi scaduto il tempo, pagheranno le persone care a loro, fino alle gerenazioni future. In effetti la madre natura ha di bello questo, Causa effetto, quello che semini quello raccogli. Nessuno è esente. Fatela circolare, in quanto è verità. Chi la fà l’aspetti. Legalitè, libertè, fraternitè mady in Italy. Bisogna provvedere prima ai nostri connazionali, e poi al prossimo che mette piede in Italia.
IL DECLASSAMENTO DEI BUONI BASTO NELLA P.A.
Gli impiegati pubblici a doppia corsia, mentre il buono è di 7,00 euro, alla Regione, o enti pubblici sale a 12,50 euro, una bella differenza non credete. Perchè chi figli e figliastri. Vogliamo parlare dei dipendenti della Banca d’Italia, buttiamo un velo pietoso.
Persone nel pubblico impiego che fanno l’identica attività di lavoro di sportello, guadagnano il doppio dello stipendio mensile di un normale impiegato pubblico. Qualcuno mi sà dire in un periodo di vacche magre, si può andare avanti così? A volte, fanno bene le storie alla Robin hood. Tengo Famiglia.
Solo per una spiegazione… i buoni pasto non sono pagati dalla stessa cassa. Quello delle regioni è pagato dalle regioni, quindi quando piangono per i tagli pensiamoci. Quello degli enti pubblici è integrato dal loro fua. Perchè il loro fua è così ricco? Misteri della contabilità!!!!
In generale condivido il post, ma devo sottolineare alcune imprecisazioni di non poco conto.
1) Le tasse sul buono le paghiamo sulla parte eccedente i 5 €uro;
2)Il ritardo nel rimobrso agli esercenti dei buoni pasto non è addebitabile all’amministrazione ma alla società che ha vinto la gara di fornitura. Anzi occorre precisare che l’amministrazione anticipa per intero il costo dei buoni pasto che saranno utilizzati in momenti successivi;
3) gli esercenti hanno un bel vantaggio nell’accettare i buoni pasto, in primo luogo perchè porta clientela, ma soprattutto perchè non emettono scontrino fiscale sull’importo del buono pasto ma solo sull’eventuale eccedenza dei 7 euro nominali.
4) il pranzo al senato costa molto ma molto di più, semplicemente il Senatore non paga l’intero costo ma semplicemente una ridicola percentuale di quanto poi paga concretamente il Senato alla società fornitrice del servizio.
Forse 7 euro non bastano per un pranzo, ma vi immaginate se l’ammimistrazione istituisse il servizio mensa?
Intanto se non vai in mensa perdi il buono pasto, perdi l’occasione della pizza di famiglia pagata con i buoni pasto, saresti veramente costretto a fare la pausa pranzo con reale allungamento della giornata lavorativa.
Quindi 7 euro sono pochi per andare al ristorante, ma non sono indifferenti o del tutto irrilevanti.
Le forze sindacali potrebbero spendere un po del loro tempo per combattere gli abusi e verificare presso gli uffici se tutto è in regola, semmai controllando anche i magistrati!!
Per il punto 3)…. quella è evasione fiscale, lo scontrino deve essere erogato per l’intero importo.
…. controllare i magistrati? E come si fa?