Per il passaggio dell’anno
Ci lasciamo alle spalle il 2020, un anno-cerniera segnato dalla pandemia, che ha portato l’inizio di profondi cambiamenti nella società e nell’economia, oltre che nella sensibilità delle persone. Cambiamenti che stanno trasformando il mondo, anche a dispetto di qualsiasi partito o leader politico.
Ma non ce la possiamo cavare commentando i fallimenti della politica, come leoni da tastiera: ognuno di noi è, in proporzione, responsabile di fronte al Tempo e a noi stessi per quello che succede. Perchè, come ho già scritto altre volte, il sindacato ha una funzione sociale e siamo noi a scegliere se contribuire a cambiare, o se utilizzare il sindacato “Cicero pro domo sua”, perché un mondo nuovo e migliore dipende da tutti e da ognuno!
Io non ho molti pregi, e sono pieni di difetti. In realtà so solo applicare alcuni schemi che ho imparato, e che mi vanto di saper fare bene.
Come il contadino, so che se si semina verrà il tempo per raccogliere, e quando non si raccoglie è perché non si è seminato. E se arrivano dei parassiti che tentano di mangiarsi tutti i semi, occorre reagire rapidamente per non permettere che ci distruggano il raccolto, non organizzare dibattiti o tavole rotonde.
Per questo mi troverete distratto e assente nell’ascoltare le giustificazioni dei nostri fallimenti. Abbiamo bisogno di gente che vada avanti anche tra i fallimenti, perché di analisi, di parole, di concetti, opinioni, terminologie e metodologie ne abbiamo anche troppi. L’importante, invece, è l’esempio, che è la più alta forma di propaganda. E l’esempio non si fa con le parole, ma con i fatti.
Per cui, chi vuole esprimere qualcosa, convincerci della bontà delle sue tesi, invece di ingaggiare discussioni sterili lo dimostri attraverso le opere. Quelle vanno oltre molte parole e si capiscono perfettamente.
Stiamo crescendo molto, in numeri di sedi, in federazioni e in iscritti… e di questo sono felice, ma il mio compito è stimolarvi a fare sempre di più e meglio, per arrivare sempre più avanti, in mezzo a questo mare agitato. Per fare questo c’è bisogno di un impulso di gioventù. E la gioventù non è affatto un dato anagrafico: ho conosciuto giovani anagraficamente vecchi e anziani di 25 anni.
Nel 2021 continueremo ad inseguire ciò che cercava il Don Chisciotte: l’impossibile. Perché se si cerca il possibile, una volta raggiunto ci si ferma, mentre se cerchiamo l’impossibile non ci fermerà nessuno.
La notte del 31 brindate anche a questo, all’augurio che il 2021 sia interpretato da noi come fossimo tutti dei Don Chisciotte,
incarnando il desiderio per un mondo migliore,
pretendendo il diritto all’utopia di fronte alla miseria dei tempi,
senza troppe parole ma attraverso le azioni.
Calziamo “l’elmo di Mambrino” e proviamo a cambiare noi stessi perché la gioventù non è una fase della vita ma una condizione dello spirito, una qualità dell’immaginazione, un effetto della volontà, una vittoria del coraggio sulla timidezza, la prevalenza del senso dell’avventura sul desiderio di comfort.
E Don Chisciotte sta li a dimostrare che si è tanto giovani quanto la propria speranza, tanto vecchi quanto la propria rassegnazione.
Per questi motivi, il 2021 sarà dedicato alla Promozione dei Giovani e il colore da usare sui nostri documenti sarà l’azzurro del cielo.
Un abbraccio a tutti voi e Buon 2021.
Segretario Generale
Francesco Prudenzano
2021 – Anno della Promozione dei Giovani