PRO-VAX E NO-VAX, restiamo lucidi ed evitiamo spaccature
Chiariamo quello che non ci sembrava necessario, ci riferiamo all’ultima nostra lettera con la quale abbiamo chiesto la sospensione dell’obbligatorietà dei vaccini per gli ultracinquantenni per la mancata retribuzione.
Premessa necessaria: i dirigenti nazionali di questo Sindacato sono tutti muniti di green pass e ipervaccinati perché credono che sia la migliore soluzione possibile messa a disposizione dalla scienza per combattere questa pandemia e non si sentono tanto esperti da poter sentenziare teorie diverse.
Siamo un sindacato e, come tale, tuteliamo il “LAVORO” e la retribuzione correlata (dovrebbe essere il mantra di tutti i sindacati), ed è per questo che abbiamo ritenuto di intervenire sul provvedimento che entrerà in vigore domani anche a causa di scelte confuse, poco chiare e parziali del nostro Governo che, in questo modo, ha lasciato (ancora una volta) i lavoratori a litigare tra di loro.
Domani, 15 febbraio, entrerà in vigore un provvedimento che prevede la sospensione da qualsiasi trattamento retributivo per il lavoratore over 50 non vaccinato, generando una vera e propria discriminazione non solo tra lavoratori vaccinati e non vaccinati, ma anche tra lavoratori over 50 ed under 50.
Riteniamo sia gravissimo che ai lavoratori non vaccinati da un lato non si contesta un “illecito disciplinare” (per legge) e dall’altro si privano anche di un semplice “assegno alimentare” previsto, invece, per coloro che sono sottoposti a sospensione cautelare!
È questo che rende il provvedimento “sindacalmente intollerabile” ed è un tema tipico della tutela sindacale, senza che questo significhi schieramento contro i vaccini ma esclusivamente alla tutela del lavoro e della sua fondamentale correlazione, la retribuzione.
La domanda piuttosto è un’altra: perché solo noi abbiamo affrontato il problema, rischiando anche l’incomprensione, nel silenzio tombale delle altre sigle?
Segretario Generale
(Claudia Ratti)