Concorsi pubblici: gravi criticità riscontrate nella selezione per dirigenti del Ministero della Giustizia
Il concorso pubblico per l’assunzione di 54 unità di personale dirigenziale di seconda fascia, indetto dal Ministero della Giustizia, è al centro di una segnalazione ufficiale che solleva gravi preoccupazioni riguardo la sua regolarità. In una missiva inviata al Capo Dipartimento, Dott. Gaetano Campo, e ad altre figure chiave coinvolte nell’organizzazione del concorso, il Segretario Generale di Confintesa Funzione Pubblica, Claudia Ratti, denuncia una serie di anomalie che potrebbero compromettere l’intera procedura.
Mancata verifica dei requisiti di partecipazione
Uno dei principali problemi sollevati riguarda la mancata verifica preliminare dei requisiti di partecipazione, che ha consentito a candidati non idonei di prendere parte alla prova preselettiva. Secondo il bando, i requisiti dovevano essere accertati prima della prova, ma l’ammissione con riserva ha permesso che alcuni candidati non conformi continuassero nel processo selettivo. Questo ha messo a rischio la parità di accesso e il principio di trasparenza, poiché i candidati legittimi potrebbero essere stati esclusi ingiustamente dalla graduatoria iniziale.
Irregolarità nelle modalità di svolgimento delle prove
Inoltre, la decisione di consentire ad alcuni candidati di sostenere la prova preselettiva in modalità asincrona ha sollevato preoccupazioni sulla disparità di trattamento. Alcuni hanno avuto un periodo di preparazione molto più lungo rispetto agli altri, violando il principio di equità e creando un vantaggio competitivo ingiustificato. La scelta di consentire prove sincrone da remoto per alcuni partecipanti è stata considerata anch’essa illegittima, poiché priva di una base normativa esplicita e potenzialmente in contrasto con il principio di imparzialità e la protezione dei dati personali.
Mancata comunicazione dei punteggi
Un’altra criticità riguarda la mancata comunicazione dei punteggi individuali della prova preselettiva a tutti i partecipanti, una pratica che va contro il principio di trasparenza sancito dalla legislazione italiana. I candidati non ammessi non hanno potuto verificare la correttezza della valutazione, compromettendo così il loro diritto di difesa e il controllo dell’operato della Commissione esaminatrice.
Le richieste ufficiali
Alla luce delle gravi violazioni dei principi di legalità, equità e trasparenza, il Segretario Generale Ratti ha chiesto che venga effettuata una verifica straordinaria dei requisiti di ammissione, che le prove asincrone vengano revocate, e che i punteggi individuali siano comunicati a tutti i partecipanti. In caso di inadempimento, l’Amministrazione è stata formalmente diffidata dal proseguire la procedura senza risolvere le criticità segnalate, con riserva di azioni legali per ottenere l’annullamento degli atti viziati.