Indennità per le sedi disagiate: la proposta Calderone-Giagoni è un passo avanti, ma serve più equità
Un riconoscimento doveroso per chi lavora in condizioni più difficili. La proposta di legge n. 2294, presentata dai deputati Calderone e Giagoni, mira a istituire un’indennità speciale per i dipendenti pubblici che esercitano le loro funzioni in Sicilia, Sardegna e nelle isole minori. Una misura che risponde a un’esigenza concreta: garantire un sostegno economico ai lavoratori che affrontano costi e disagi superiori rispetto ad altre sedi.
Una direzione giusta, che però deve essere portata fino in fondo. A rilanciare il tema è Claudia Ratti, segretario generale di Confintesa Funzione Pubblica, che chiede di estendere l’indennità di sede disagiata – già prevista per i magistrati – anche al personale amministrativo che opera nelle stesse condizioni. “Se si riconosce un disagio ai magistrati, non si può ignorare il personale amministrativo che lavora fianco a fianco con loro, affrontando le medesime difficoltà. È una questione di equità e di giustizia”, sottolinea Ratti.
L’estensione della misura avrebbe un impatto positivo non solo per i lavoratori, ma anche per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. “In molte di queste sedi il turnover è elevato, e le condizioni di lavoro difficili scoraggiano la permanenza. Un riconoscimento economico adeguato potrebbe rappresentare un incentivo concreto per mantenere il personale qualificato sul territorio”, spiega la leader di Confintesa FP.
La proposta Calderone-Giagoni è quindi un primo passo fondamentale, ma non basta. Serve un intervento che garantisca pari dignità a tutti i dipendenti pubblici che operano in contesti complessi. L’auspicio è che il Parlamento colga questa opportunità per introdurre un principio di equità che rafforzi l’intero sistema pubblico.