LA MANOVRA PER I PIU’ DEBOLI

…Mentre la politica si tira fuori dai sacrifici.

Dopo i molti  rumors sui contenuti della manovra economica, abbiamo potuto leggere il testo che contiene smentite e conferme.

La conferma, e come non prevederlo, sono le ulteriori penalizzazioni sul pubblico impiego che ormai è considerato dalla politica come una palla al piede, invece che come una risorsa.

Abbiamo, infatti, il blocco dei rinnovi contrattuali anche per l’anno 2014 (con previsioni fosche pure per quelli successivi) e, ulteriore beffa, una annunciata nuova modalità di calcolo della indennità di vacanza contrattuale, che era già una miseria.

Come sempre si colpiscono tutti in maniera indiscriminata e, sempre al solito, in questo modo chi va in sofferenza sono i lavoratori più esposti alla crisi, quelli che non devono pensare di rinunciare al terzo televisore ma quelli che hanno a che fare con le bollette di casa.

Ma per riassumere gli interventi più penalizzanti per il pubblico impiego sono i seguenti:

  1. BLOCCO DEL TURN OVER Tra le opzioni previste dal pacchetto «pubblico impiego» della manovra c’è la proroga dei vincoli fissati al turn over nel 2010, con esclusione di polizia e vigili del fuoco.
  2. BLOCCO STIPENDI Possibile anche la proroga fino al 2014 del congela-stipendi, cioè la norma inserita nella manovra 2010 per evitare alle buste paga degli statali di superare i livelli del 2010.
  3. VACANZA CONTRATTUALE La manovra adombra anche la possibilità di una revisione delle «modalità di calcolo» relative all’indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017.

 La Federazione UGL-INTESA respinge queste misure che vedono ancora una volta far pagare alla parte più debole del paese il costo della crisi, penalizzando i redditi medio bassi che rischiano di entrare irrimediabilmente nella soglia di povertà.

Le statistiche ISTAT, pubblicate ad arte in questo periodo, mettendo nello stesso calderone gli stipendi dell’alta dirigenza, contrattualizzata e non, che fa lievitare la media retributiva, danno una idea distorta della realtà all’opinione pubblica.

E, d’altro canto, i costi della politica restano sempre lì, perché le norme che abbiamo letto sono fumose, inapplicabili o rinviate agli anni a venire.

Chi paga subito e tanto sicuramente è il personale contrattualizzato del Pubblico Impiego che ha uno stipendio medio, che si dica chiaramente, di 1250 euro mensili.

Per questi motivi la Federazione UGL-INTESA boccia la manovra economica e dichiara lo stato di agitazione riservandosi di promuovere a breve altre forme di lotta.

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Claudia Ratti

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