LA VALUTAZIONE VA IN NAFTALINA
Per effetto della firma dell’accordo del 4 febbraio la valutazione va in naftalina.
Slitta fino al prossimo rinnovo contrattuale l’obbligo di dividere i dipendenti per fasce di merito.
Abbiamo preso la nostra dose di critiche e, in alcuni casi, d’insulti quando il 4 febbraio di quest’anno abbiamo firmato l’accordo con il Governo.
Critiche strumentali, basate su un pregiudizio: “Con Brunetta non si deve firmare nulla!”
Un pregiudizio che poteva portare dei danni clamorosi, se l’avessimo seguito.
Le organizzazioni sindacali che non hanno firmato (tra cui le sigle di CGIL/FP, FLP, RDB) hanno cercato di far passare il messaggio che si trattasse di una “resa” di fronte a Brunetta e che quella firma permettesse l’applicazione della riforma nella Pubblica Amministrazione.
Una rappresentazione strumentale e piena di falsità, che contava sul fatto che le persone non avevano tempo e pazienza di leggere il contenuto dell’accordo e si sarebbero fidate di quello che riportavano nei propri comunicati queste sigle sindacali.
Per questo, nonostante l’estate inoltrata, non possiamo non evidenziare cosa è successo a seguito di quella firma.
Come più volte ripetuto, il 4 febbraio abbiamo sottoscritto un accordo che sanciva la sospensione della riforma nella parte della retribuzione a seguito della valutazione del merito individuale. Questo ben sapendo che i colleghi e della struttura burocratica della nostra P.A. non era, e non è, ancora pronta ad applicare le cosi dette fasce di merito (il metodo 25-50-25 della riforma Brunetta).
Ed ecco che l’accordo è trasformato in legge.
Il decreto correttivo infatti, modifica l’articolo 19 del DLgs 150/2009, la norma dalla quale deriva l’obbligo di collocare i dipendenti in fasce di merito a seguito della valutazione dei risultati individuali, attribuendo valore di legge al contenuto dell’accordo, cioè rinviare a tempi migliori la ripartizione delle fasce.
L’articolo 6, comma 2, del decreto correttivo prevede una specifica norma transitoria, ai sensi della quale la differenziazione per fasce “si applica a partire dalla tornata di contrattazione collettiva successiva a quella relativa al quadriennio 2006-2009”.
Una prova, questa, che il sindacato deve scegliere la migliore soluzione possibile per i lavoratori e non prendere posizioni aprioristiche che hanno solo un sapore strumentale o, peggio, una posizione legata allo schieramento di partito e non a tutela dei diritti dei lavoratori.
Paola SARACENI Francesco PRUDENZANO
347/0662930
replico a GIUSEPPE
non me ne volere, ma tu ti faresti mai curare da un medico senza laurea solo perchè ha acquisito esperienza professionale presso un reparto pronto soccorso dove puoi trovare tutti i casi più disparati ???????????
Io non sono laureata ma ho figli che lo sono e ho visto e fatto i sacrifici a cui una persona va incontro sia economici che morali.
A chi ha solo esperienza professionale darei un punteggio minore di chi ha costruito il proprio futuro sia culture che professionale con lauree specifiche.
Questo è il mio pensiero
ANNA
Scusate se mi intrometto ma io sono dell’idea che anzianità e titoli valgono per quello che valgono. Mi spiego: se l’anzianità di servizio, ovvero il titolo di laurea danno un valore aggiunto questo lo si deve misurare oggettivamente con una prova selettiva.
Insomma… niente punti in più per anzianità e neppure per titoli di studio.
Ma qual’è il numero e l’anno di questo decreto correttivo?
replico ad Anna.
Non sempre, anzi spesso, la laurea è sinonimo di garanzia nell’apprendimento o di attidudine al lavoro.
Ovviamente non ho nulla contro chi ha la laurea. Nello specifico non trovo giusto che un’amministrazione per la progressione economica non valuti oltre all’anzianità di servizio anche gli incarichi di responsabilità la professionalità acquisita e lo stato di servizio negli anni. Fermarsi ai titoli è discriminante per chi non ha avuto la possibilità di studiare o, anche la voglia, perchè è entrato nel mondo del lavoro per mantenere una famiglia. E un sindacato deve, innanzitutto, tutelare tutti i lavoratori senza discriminare nessuno. Sono, piuttosto, d’accordo nell’effettuare delle prove per valutare la preparazione e professionalità.
Cordialità.
Giuseppe
Appoggio totalmente quanto scritto da Anna.
Avere un’anzianità di servizio “x”, non equivale ad avere competenze “y”.
In molti casi, giovani forze, danno molto di più in 5 anni, di chi ha dato per 30 anni.
Personalmente negli enti dove contratto io, ho fatto bocciare, o meglio eliminare dai parametri che facevano asseganre una tantum in più di Fus, l’anzianità (oltre al fatto che è un parametro non contemaplato nel CCNL).
Resto basita da affermazioni di questo tipo: …SOLO!(sic) perchè ha due lauree!… come se fossero bruscolini! La laurea (una o ancor meglio due) non te la regala nessuno e formalmente, nel nostro ordinamento giuridico dove ha universaqle valenza legale, costituisce garanzia di competenze e conoscenze. L’anzianità di servizio, invece, per attestare competenze effettive, dovrebbe realmente essere sottoposta a valutazione altrimenti si rischi di premiare all’infinito caproni già entrati con procedure clientelari od assistenziali (ricordiamo la 285?)e che per tutta la durata del loro servizio hanno perpetuato prassi mutuate dalla pratica d’ufficio senza chiedersi tanti perchè e per come, duttilità zero (basti pensare alle difficoltà di tanti “anziani” all’apprendimento delle procedure informatiche ecc.. Insomma, secondo voi dovrebbe valere il principio che chi ha già avuto una certa dose di fortuna all’inizio essendosi trovato in tempi meno restrittivi, dovrebbe averle per sempre? Specifico che chi scrive ha comunque venti anni di servizio, oltre che laurea e titoli vari
Una cosa è sicura, lamentarsi è un vizio.
Invece di riconoscere alle OO.SS. firmatarie dell’accordo, il merito di aver evitato un penossimo tentativo dio premiare far percepire solo a qualcuno il salrio accessorio, non si fa che criticare.
La meritocrazia non deve stare nel pagare o meno l’accessorio ai dipendenti, ma deve stare nel permettere ai Dirigeneti o comunque ai responsabili del peprsonale, di potyer segnalare iol dipendente meritevole di consoderazione, per le progressioni in carriera.
Non sono d’accordo.
L’accordo è un contratto stipulato tra le parti, la norma di legge è un atto parlamentare approvato dal Parlamento.
Sono 2 fonti normative completamente diverse.
Se l’accordo non mi piace, posso arrabbiarmi col mio rappresentante sindacale.
Se la legge non mi piace, devo arrabbiarmi col mio Parlamento, che pure è un organo di rappresentanza, ma di tipo politico e di carattere generale, cioè rappresenta indistintamente il popolo sovrano.
Se un accordo non mi piace ed lo stipulo comunque, non posso far più niente, perchè si presume che le parti lo accettino liberamente, senza violenza o minaccia. Insomma, la stipula è un’espressione di libera volontà: se il contenuto del contratto non mi piace, non firmo.
Se la legge non mi piace, significa che un altro soggetto, cioè il Parlamento, me l’ha imposta, anche contro la mia volontà e posso solo, comunque, promuovere un referendum abrogativo.
Distinti saluti.
Paolo Testa
Francamente non si capisce cosa vuoi dimostrare con questo ragionamento.
Ancora una volta, è per l’ennesima volta dobbiamo essere valutati,corsi concorsi ,ci hanno rivalutati e strarivalutati girati e rigirati come calzini vecchi ,che vogliono adesso? di noi sanno tutto,vadano a prendere le varie schede che abbiamo prodotto in questi ultimi anni x fare i fantomatici passag.di livelli(alta burla x molti).lo sò che questa mia la leggeranno in pochi e resterà solo uno sfogo personale,ma almeno avrò buttato una goccia nel mare. Il 25.50.25 si può benissimo evincere dalle varie cartacce che ci hanno fatto produrre in qusti anni, ancora dobbiamo subbire delle umiliazioni davanti ai colleghi e superiori?Voglio riallacciarmi ad un collega che ha scritto e diceva che sicuramente subbentreranno le simpatie e le antipatie, così ancora una volta ci sarà la guerra fra i poveri(colleghi),noi ci ammazzeremo per 20 euro quando brunetta ci riderà sopra pensando a quando guadagnerà lui d’incentivanti.A questo punto ormai mi aspetto di tutto,anche il licenziamento facile, poveri noi…………………….Un collega mi faceva notare e riflettere che cosa proporre, ho riflettuto molto ma quello che io vorrei proporre non è fattibile e improponibile lascio a voi l’immaginazione………………
Al di là di ogni considerazione formale mi auguro che nella prossima tornata contrattuale non venga riprodotto pari pari o con varianti fittizie l’art. 19 d.lgs. 150/2009. Altrimenti vi è il sospetto che tutte le obiezioni al sistema “Brunetta” sia stato solo un modo per permettere alle OO.SS. di introdurlo attraverso una norma pattizia. Così non potremo neanche lamentarci, perchè sono stati i nostri rappresentanti a accettare! Un buon sistema di valutazione deve prevedere il pari merito, perchè altrimenti è iniquo e rafforza il clientelismo. La divisione in fasce deve ammettere che alcune di esse (sia quelle più alte, sia quelle più basse) rimangano vuote. Se, come nel sistema “Brunetta”, le percentuali sono fisse e le tre fasce obbligatorie, il Dirigente, talvolta selezionato con sistemi non meritocratici, non valuta, ma ripartisce, anche secondo i soliti criteri della vecchia burocrazia.
No, è sicuro che nella prossima tornata contrattuale introdurranno le fasce di valutazione anche nel contratto. E questo per effetto della inderogabilità della legge di fronte ai contratti.
Quello che è stato firmato è un accordo per “sospendere” l’applicazione, non per non applicarla più!
Al di là di ogni personale punto di vista politico/sindacale, una cosa é certa. Il lavoratore continua a subire, come del resto é noto a tutti già da tempo, gli effetti deleteri derivanti da un modus-operandi pseudo sindacale al quanto sconfortante di organizzazioni che, ormai senza pudore alcuno, si guerreggiano senza esclusioni di colpo, vuoi per giustificare i propri errori, vuoi per accaparrare meriti e odiens nella scena sociale. Con la parvenza di tutelare i soli interessi del lavoratore, nella realtà in fine, sono meschinamente caduti nella paradossale e annosa ricerca di accaparramento di disoccupati. Forse in previsione di farsi firmare le deleghe per l’indennita di disoccupazione.
Vittorio Bellinghieri
Bene la produttività, ma screditare coloro che sono entrati senza laurea perchè all’epoca il concorso per funzionario non la richiedeva, mi sembra una cosa vergognosa nei confronti di chi per 40 anni ha svolto attività direttive accollandosi oneri che oggi i nuovi funzionari rifiutano in nome delle loro prerogative contrattuali, cosa che per noi era impensabile.
Tutto ciò grazie a voi che non ci avete saputo tutelare, tanto per fare un esempio ricordatevi della legge sulla Vicedirigenza……..che morte ha fatto?
Scusate per lo sfogo Patrizia
Non riesco a comprendere tutta questa enfasi per il rinvio delle disposizioni contenute nel D.LGS 150/2009 sull’introduzione del sistema di valutazione per fasce del personale dipendente dalle Amministrazioni pubbliche.
Nell’accordo integrativo- sottoscritto anche da voi- per il personale del Ministero del Lavoro sui contenuti economici del F.U.A. 2010, è stato stabilito,in buona sostanza, che talune giornate di assenza sono equiparate alla presenza in servizio al fine di determinare la quota di produttività collettiva da riconoscere all’interessato. In virtù di questa equiparazione, si verifica l’assurdo che chi è stato assente per un lungo periodo,(vedi per es. le assenze ai sensi dell’art.42,c.5,D.Lgs.151/2001) pur non avendo nella stessa misura degli altri colleghi alla realizzazione degli obiettivi/compiti del piano operativo dell’unità operativa di appartenenza, si vedrà riconoscere una quota della produttività collettiva di gran lunga superiore a quella dei colleghi che hanno “concretamente” lavorato per raggiungere l’obiettivo-qualitativo e quantitativo- assegnato all’unità.
Non parliamo poi delle progressioni economiche nell’ambito delle aree dove si è stabilito di dare rilievo (come doveva essere) non già all’anzianità di servizio, bensì ai titoli culturali con la conseguenza che chi è entrato nell’amministrazione da meno di dieci anni, solo perchè ha conseguito, per es., due lauree , precede coloro i quali hanno un solo titolo valutabile pur con una anzianità di servizio tre se non quattro volte superiore.
e quindi che fine fa la sperimentazione nel nostro Ministero del SIVAP
relativa al secondo semestre 2011 ?
non andrebbe bloccata ?
ops… mi riferivo al MEF nel messaggio di prima
Posso avere gli estremi de decreto correttivo, in modo da poterlo leggere per intero e studiarmelo bene? Non è una questione di sfiducia, ma sono peggio di San Tommaso e il naso l’ho molto lungo! Grazie.
Certo la produttività….è sacrosanta ma quelli che vorrebbero produrre e non gli danno la possibilità di farlo, dove li mettiamo?
Sarò più chiara: quei restauratori funzionari che sono arrivati in cima alla propria carriera perchè come a tutte le altre figure….. gli è stato dato la possibilità di arrivarci ma che per i loro più stretti antagonisti, e stò parlando degli storici dell’arte…, devono rimanere comunque manovalanza…….come dovrebbero fare per avere il diritto….di lavorare?????????
Tutte le mansioni che fino ad oggi io ho espletato come restauratore oggi sono di competenza degli storici dell’arte e parlo delle schede sanitarie, della movimentazione delle opere d’arte sia in sede che fuori sede, delle decisioni da prendere sul restauro operativo, sul rilievo ed il monitoraggio degli ambienti…ecc ecc ecc.
Praticamente siamo ignorati perchè è a loro che fà comodo….ricoprire tutti questi ruoli perchè così loro……,ecclettici e multimediali, producono e guadagnano…..di più.
Bene! A voi il giudizio.
Una domanda forse stupida. Se la valutazione 25-50-25 va in naftalina, cosa succederà al FUA? Non si potrebbe dar corso alla distribuzione “a pioggia” come avveniva in passato? O deve star lì buono buono in attesa che venga distratto per altre cose? Qualcuno mi può chiarire le idee? Grazie.
Se posso essere sincera, questa riforma mi sembra una gran buffonata, soprattutto perchè dividere il personale per fasce (25 50 25)obbligate vuol dire dover necessariamente penalizzare un 25% del personale per legge.
E se in un ufficio sono tutti efficienti, se tutti lavorano al massimo?
Come deciderà il dirigente di turno? E chi giudicherà il giudicante?
Questa riforma come tutte le riforme nella P.A sono solo proclami per questioni politiche ed elettorali come del resto quella sulla informatizzazione.
L’informatizzazione di fatto, in molti casi, dove non già obsoleta e malfunzionante produce proprio per questo una gran perdita di tempo. Altro che produttività!
Non costruiamo bulloni che per loro specifica natura si producono in serie.
Le pratiche, i problemi che possono sorgere in un ufficio non sono tutti uguali.
Come si fa a stabilire quanto tempo ci voglia per risolvere un problema o per scrivere una lettera? E il fattore umano o siamo di nuovo considerati delle macchine? Questo mondo invece di andare avanti mi sembra stia facendo un bel ruzzolone all’indietro. Quella che viene considerata una grande proposta di sviluppo e progresso non mi sembra altro che un pretesto per mettere tutti a tacere.
ci siamo scocciati di sentire sempre le stesse cose, le persone che stanno al governo certo non sentono il disogio dei lavoratori, perchè il loro portafoglio è sempre pieno, i disagi sono solo per quelli che hanno uno stipendio fisso che ormai diminuisce sempre di più, i sacrifici li facciamo solo noi, e quelle persone che prendono una pensione minima. Tremonti ha tenuto la faccia tosta di dire che ci saranno delle riduzione a quei pensionati che prendono €.10.000,00 (diecimilaeuro)al mese, ma si vergogni forse non sa che molti i diecimilaeuro li prendono in un anno. non crediamo più a nessuno fatela finita, e datevi da fare per quelli che non hanno più voce e parole da dire, perchè non li ascolta nessuno, ma se avessero la possibilità di entrare nei luogi giusti non so che cosa succederebbe.
Tenendo conto degli schemi organizzativi attualmente esistenti nella P.A., adesso come adesso la valutazione individuale finirebbe solo per diventare uno strumento di clientelismo (simpatie, etc.). Solo quando vi fossero presupposti diversi, si potrebbero allora iniziare con procedure di valutazione veramente oggettive. E poi c’è il blocco retributivo pluriennale che già provoca non pochi disagi ai dipendenti pubblici
CHE FINE HA FATTO IL “FUA” CHE DOVEVA ESSERE PAGATO A LUGLIO?PER LA CONTRATTAZIONE NAZIONALE AI COLLEGHI PIU’ ALTI IN GRADO SONO GIA’ ARRIVATI I SOLDI E PER NOI CHE SVOLGIAMO TUTTO IL LAVORO SENZA IL QUALE LORO NON POTREBBERO PROSEGUITO IL LORO LAVORO NON C’E NULLA.A FINE MESE ABBIAMO ANCHE NOI DIRITTO DI MANGIARE E I NOSTRI FIGLI DI ANDARE ALL’UNIVERSITA’ COME I LORO O NO…. LA GUERRA DEI POVERI HA GIA’ AVUTO INIZIO ED E’ DAVVERO SQUALLIDA.BUONA LAVORO!!! DITELO A BRUNETTA
Bisognerebbe guardare non solo il piccolo impiegato (che detto fra noi alcuni sono indifendibili!)ma dei nostri dirigenti e alcuni direttori generali ………. e alri personaggi? Il pesce puzza dalla testa incominciando dalla classe politica, porta borse e quant’altro.
Tanto si parla solamente ma per quanto riguarda i fatti …………… nulla
Vi seguo da diverso tempo e sono felice di sapere che c’è un sindacato che finalmente fa gli interessi dei dipendenti pubblici senza patteggiare e svenderci come hanno fatto più o meno tutti gli altri sindacati fino ad oggi. Mi auguro che continuiate le vostre-nostre battaglie senza giungere ai soliti compromessi con l’Amministrazione.
Cordiali saluti
E.
Le fasce di merito della riforma Brunetta non saranno il metodo migliore per premiare chi effettivamente produce, ma sembra un controsenso che la FEDERAZIONE INTESA ha sottoscritto un accordo che congela una sorta di premio a chi produce di più, quando invece nel passato non ha mai sottoscritto gli accordi sul FUA del Ministero della Giustizia perchè prevedevano una sua distribuzione basata solo sulla differenziazione delle qualifiche ed in base alle giornate di presenza, senza condiderare l’effettiva produttività del dipendente.
Gentile collega, Federazione Intesa non ha sottoscritto nel passato gli accordi sul FUA (ed ha continuato a non firmare neanche il FUA 2010) perché basava la differenziazione sulle qualifiche e sulle presenze non tenendo conto di altri istituti che contrattualmente esistono ma non sono mai stati applicati e mi riferisco alla banca ore, indennità di sportello, posizioni organizzative, indennità di direzione, incentivi previsti dal Decreto l.vo 163/2006 ed altri…si sarebbe trattato di un riconoscimento (anche piccolo) ai lavoratori che hanno fatto qualcosa di più rispetto ad altri.
Nel caso della Brunetta l’ impostazione è completamente diversa: si stabilisce a priori che ci sono delle percentuali di personale che producono ed altre che non producono inducendo la dirigenza a fare una scelta. Il tentativo delle schede di valutazione fatto nel Ministero della Giustizia con il FUA del 2009 è stato a dir poco fallimentare (e non c’erano ancora le percentuali e la differenza tra adeguato e più che adeguato era di poche decine di euro).
La valutazione ben venga ma che sia reale!
Forse e’ prematuro per questo genere di valutazione, ma una cosa e’ certa l’amministrazione dovrebbe sanzionare chi non lavora, chi non si assume le proprie responsabilita’ e chi fa’ a scarica barile. E’ assolutamente intollerabile che parecchie persone, non solo sono impreparate, ma non hanno voglia di lavorare pero’ si fanno gli affari propri e sopratutto cercano di andare all’estero dove riposano.
Questo l’amministrazione dovrebbe evitare, certo non con le fasce di merito in quanto scattano altri meccanismi come la simpatia, il tappetino ecc….. quindi penso che per poter valutare un dipendente sia importante la produttivita’ di ogni individuo. La valutazione della produttivita’ non e’ poi cosi complicata anzi e’ molto semplificata e facile da individuare.
Quindi puntare sulla produttivita’ senza clientelismo.
L.D.