IL CONTRATTO CHE VERRA’
Apprendiamo da fonti giornalistiche che nella “Pubblica Amministrazione stanno arrivando nuove regole su malattia, congedi e permessi”, notizia che diventa virale nei social ed attrae attenzione e curiosità dei lavoratori pubblici.
La realtà è ben diversa:
- L’intesa del 30 novembre tra (alcuni) Sindacati e Governo è solo un accordo politico privo di ogni effetto.
- Per avviare il tavolo tecnico, quello vero e proprio per giungere al Contratto Collettivo occorre l’atto di indirizzo del Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia (che da fine giugno 2016 ha dichiarato di trasmettere ma che ad oggi non esiste).
- I lavori per il rinnovo contrattuale andrebbero di pari passo con la definizione di un decreto di riforma del pubblico impiego, che dovrebbe arrivare entro febbraio.
In altri termini, a parte i comunicati stampa, i lanci di agenzia, le dichiarazioni governative e tutto quello che fa una gran scena mediatica ad oggi non ci sono fatti concreti.
L’unica notizia vera (ma, ancora, poco diffusa) è il parere del Consiglio di Stato del 16 gennaio ’17 che rileva l’importanza di “portare a termine le previsioni della l. n. 124 a seguito della sentenza della Corte”, anche “per non far perdere slancio riformatore all’intero disegno: i decreti legislativi interessati dalla sentenza costituiscono, infatti, non soltanto misure di grande rilievo di per sé, ma anche elementi di una riforma complessiva, che risulterebbe meno incisiva se limitata ad alcuni settori”. Il parere segnala l’importanza di intervenire anche per i settori per i quali la delega è scaduta (dirigenza e servizi pubblici).
Quindi i tempi non possono essere ancora indefiniti e prima o poi alle notizie virtuali dovranno seguire dei fatti. L’ARAN ed i Sindacati dovranno discutere, confrontarsi, definire e (finalmente) firmare il nuovo CCNL ovvero il primo Contratto del Comparto delle Funzioni Centrali nel quale dovranno necessariamente trovare un punto di incontro e di equilibrio le esigenze di lavoratori provenienti da diversi comparti, portatori di esperienze variegate (Agenzie fiscali, Ministeri, Inps, Inail, ecc…). Stimiamo (prudentemente) che il 2017 si concluderà con il sospirato rinnovo contrattuale nel quale le notizie circolate in questi giorni sulle nuove regole della malattia, congedi e permessi potranno realizzarsi.
La nostra Federazione, rappresentativa nel Comparto, seguendo le indicazioni ricevute dal IV Congresso, sta elaborando una proposta contrattuale che metta in evidenza le giuste differenze di merito, separi, definisca, evidenzi e faccia risaltare le differenze di impegno e di dedizione e lancerà la sfida dell’eccellenza, ovvero della professionalità e della efficacia del lavoro per chi non si accontenta di vivacchiare, garantendo esclusivamente il minimo dell’impegno richiesto.
Richiederemo un sistema sanzionatorio certo e graduale per la dirigenza, al pari di quello esistente per le aree funzionali, che non permetta l’impunità dei piccoli, ma pesanti abusi di potere esercitati sia nei confronti dei collaboratori che dell’utenza.
Alle parole (degli altri) preferiamo i fatti.
Segretario Generale
(Claudia Ratti)
I fatti di cui sopra dimostrano che quei foglietti firmati il 30 novembre 2016 altro non erano che bieca campagna governativa per il Sì in vista del referendum del 4 dicembre 2016.