BUONI PASTO: CHI CI GUADAGNA?

La soluzione Confintesa FP

La questione Buoni Pasto è da anni sotto i riflettori Confintesa per l’evidente insoddisfazione dei lavoratori che vedono compresso, ritardato e perfino negato, un diritto previsto contrattualmente.

Le richieste sono superiori ai quantitativi acquistati, le Amministrazioni ne sospendono la somministrazione ed i lavoratori attendono.

I buoni pasto per qualcuno rappresentano un guadagno ma per altri una forte perdita: il datore di lavoro compra i buoni pasto che hanno un valore nominale di 7 euro ad un costo inferiore anche del 20%, a chi va la differenza?

Possiamo immaginare che vada alle Società che si aggiudicano, tramite le gare Consip, le forniture con i criteri del maggior ribasso, promettendo condizioni che non riescono a garantire nella fase dell’esecuzione del contratto. Preme precisare che le convenzioni realizzate con gare aggiudicate sempre più al massimo ribasso comportano provvigioni sempre più onerose agli esercenti che per poter accettare i buoni pasto, inevitabilmente ricaricano sui prezzi il maggior onere.

Con la conseguenza che il valore del buono pasto non garantisce alcun pasto, neanche frugale.

Senza parlare delle ulteriori anomalie: giungono numerose segnalazioni dall’area del nord Italia, aggiudicata alla società EP SPA, circa la difficoltà di fruizione dei buoni pasto, accettati da un numero di esercizi notevolmente inferiore rispetto a quelli della precedente fornitura. Non rari sono i casi di rifiuto dei buoni pasto in esercizi indicati come convenzionati.

In tutto questo “giro di giostra” chi ci rimette?

I Lavoratori che, dopo aver aspettato mesi per ricevere i buoni pasto dovranno mettersi all’immediata ricerca di esercizi dove spenderli e pure di corsa prima che scadano!

Lo Stato perché impegna denaro e risorse preziose in procedure contrattuali per l’acquisto di beni … inutili.

Tutti i Cittadini ai quali vengono sottratte le risorse che potrebbero essere meglio investite altrove.

La soluzione proposta da anni da Confintesa? Corrispondere gli importi dei buoni pasto che spettano direttamente in busta paga (mantenendo l’esenzione IRPEF) adeguando l’importo al costo della vita.

FLASH DEL 22/11/2023 – BUONI PASTO: CHI CI GUADAGNA?

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Claudia Ratti

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