FIRMATO L’ATTO COSTITUTIVO DEL FONDO “SIRIO”
Finalmente anche i dipendenti delle amministrazioni centrali hanno il loro Fondo pensioni integrativo
E’ stato siglato oggi all’Aran, con rogito notarile, l’atto costitutivo del Fondo Nazionale Pensione Complementare per i Dipendenti dei Ministeri, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Enti Pubblici Non Economici, Cnel ed Enac (“Fondo Sirio”). Si prevede che, a breve, aderiranno al Fondo Sirio anche le amministrazioni e le sigle sindacali del Coni, delle Agenzie Fiscali, dell’Università e degli Enti di Ricerca. Saranno dunque – a regime – circa 400.000 i lavoratori che potranno aderire, su base volontaria, a questo fondo chiuso negoziale e colmare così una lacuna che ha finora rappresentato un ulteriore elemento di disparità di trattamento a discapito degli interessi dei pubblici dipendenti.
Si è giunti a questa firma dopo ben quattro anni di serrato confronto – sia ai tavoli tecnici sia a quelli politici – tra i rappresentanti delle amministrazioni centrali coinvolte e le sigle sindacali rappresentative in almeno uno dei comparti interessati. Tra queste l’Ugl Fedep, che ha siglato l’atto insieme a Cgil Fp, Cisl Fps, Uil Pa, Cida e Assomed. Nei quattro anni intercorsi dalla stipula dell’accordo istitutivo (1° ottobre 2007) si è adeguata la normativa e si è messo mano allo statuto del Fondo. Per lungo tempo si è rimasti bloccati, essenzialmente, su due punti: la costituzione del primo Consiglio d’Amministrazione del Fondo (formato dai soliti noti…) e il sistema elettorale col quale si andrà, una volta superata la soglia dei 10.000 aderenti, al rinnovo degli organi amministrativi e di controllo. Su questi argomenti, l’Ugl Fedep ha manifestato seri dubbi circa il rispetto della democrazia sindacale (in particolare in merito ai contenuti delll’art. 9 dell’atto costitutivo e, soprattutto, dell’art. 18 dello Statuto) e ha deciso di siglare l’atto per senso di responsabilità nei confronti delle decine di migliaia di lavoratori pubblici che attendono di poter tutelare i propri interessi e i propri diritti fin dall’entrata in vigore della riforma Dini.L’Ugl eserciterà un controllo costante sull’operato degli amministratori del Fondo e chiede ai lavoratori il consenso per poter meglio adempiere a tale delicato compito, vista la complessità della materia e l’importanza – per tutti i lavoratori – della posta in palio.
E’ dunque finalmente operativo, anche per i dipendenti delle amministrazioni centrali, il secondo pilastro della previdenza, che si aggiunge all’assicurazione generale obbligatoria allo scopo di colmare il differenziale tra l’ultima retribuzione e la pensione che il sistema pubblico, con l’andata a regime del sistema di calcolo contributivo delle prestazioni, potrà garantire al 50 o 60 %. Chi aderirà al Fondo beneficerà di un versamento mensile, sulla propria posizione, da parte del datore di lavoro e della deduzione Irpef sui contributi versati (che potranno variare, soggettivamente, con un minimo dell’1%), oltre ad anticipazioni sulle rendite maturate.
E’ ciò che chiedono i lavoratori, giustamente preoccupati per il loro futuro da pensionati, i cui interessi ogni sigla sindacale che si rispetti deve mettere al di sopra degli egoismi di parte. L’Ugl Fedep lo ha fatto, col senso di responsabilità e la serietà che ne ha sempre contraddistinto l’azione. Ora tocca ai lavoratori difendere i propri interessi fornendo alla nuova Federazione UGL Intesa Funzione Pubblica la forza necessaria – data dal consenso – per poter svolgere, sul Fondo e a tutti i tavoli negoziali, quella funzione di controllo e di stimolo che tanti risultati positivi ha portato laddove (vedi Cnel o Coni) i colleghi hanno scelto da un decennio di farsi rappresentare dalla “vecchia” sigla Ugl Fedep. Cordiali saluti.
Giuseppe Marro
penso sia ingiusto, pagare una determinata somma anche se minima, per assicurarsi una più cospicua pensione, per un dopo che verrà! Con tutto quello che paghiamo fra tasse, ritenute, ecc.ecc.; spero comunque sia una cosa seria!Cordialmente R.T.
FERMIAMO LA BANDA BASSOTTI.
Occorre molta cautela sulla nascita del fondo Sirio, non sono d’accordo che solo quattro sindacati abbiano approvato e seduto ai tavoli di concertazione che riguardano tutti i lavoratori e lavoratrici, direi inconstituzionale, un vero atto non democratico non sui contenuti, ma nel modo in cui si intende procedere sempre con vecchi sistemi di parrocchia, ci allontanano sempre di più nel somigliare ad altri paesi democratici all’interno della UE. Vederemo cosa succederà.
Propongo che i cittadini lavoratori invitino tuttle sigle nazionali a un tavolo di discussione per realizzare un documento di contro manovra basato su tre punti essenziali, riequilibrare armoniosamente le finanze nel nostro paese.
1) cambiare il Fisco
2) lotta seria all’ evasione fiscale
3) abbassare le tasse dalle attuali 65% al 30% come la UE
4) confisca dei beni per i Parlamentari, Imprenditori che hanno partecipato a danneggiare la cosa pubblica
5) bisogna pensare prima ai cittadini italiani e poi agli stranieri giunti in Italia solo per delinquere
6) il Paese ha bisogno di soldi, ridistibuire la ricchezza eliminando il precariato dando la possibilità di mandare in pensione anticipata le lavoratrici, quale riconoscimento per le due attività anche di casalinga. Abbiamo un Governo ammazza Stato e questo non va bene.
Colgo l’occasione attraverso l’UGL Intesa sperando che sia favorevole a essere presente alla chiamata che giunge dalla base di tutti i lavoratori e lavoratrici della P.A. in quanto noi del Pubblico Impiego non ci sentiamo responsabili del fallimento della P.A. tutt’altro, vogliamo, stavolta, dimostrare che senza i dipendenti pubblici il Paese Italia cade in declino. Ci sentiamo responsabili verso tutto il Paese per l’immobilismo della P.A. non provocato dai dipendenti pubblici ma dalla Politica e dal gruppo dirigenziale che la rappresenta entrata nella P.A.
Corre l’obbligo di fare chiarezza sul Fondo Sirio in un momento di estrema confusione e di buio. Mentre si leggono comunicati di trionfo di Cisl Uil e Cgil, che strano, hanno ritrovato l’unità dopo anni sono riusciti ad istituire .
Possiamo dire che è nata una Stella, Si sono messi finalmente d’accordo (fra loro). Una domanda mi sorge spontanea, perchè non hanno partecipato le restanti sigle sindacali? (chissà perchè). Se solo avessero trovato la quadra quattro anni addietro, ma sempre escludendo altri, mi da la sensazione che sono primi i sindacati a non trovare l’unità sindacale su problemi e aspetti di natura generale, non è una azione nei fatti democratica. Il sindacato che mette il bavaglio al restante platea dei sindacati nazionali, genera sospetti, così come avviene nell’ attuale politica di Governo.
Una celebre frase di un politico italiano per l’occasione: (“il convento è povero, ma i monaci sono ricchi”. La triplice quando vuole trovare l’unità, si ravvedono davanti a questa ghiotta opportunità di nominativi e compensi da loro stabiliti.
Quindi consiglio una “Marcia a Vista” è serenamente opportuna conoscere la convenienza, lasciando in primis la libertà di scelta al dipendente.
L’auspicio che tutti ci facciamo è che sia qualcosa di positivo, ma dipende tutto da come verrà realizzata. E’ bene che sia volontaria perchè il lavoratore deve essere libero di scegliere. Le adesioni verrano certamente se il prodotto offerto sarà conveniente. A questo riguardo i sindacati possono giocare un ruolo di primo piano. Accolgo, quindi, l’invito di Giuseppe Marro.