BRUNETTA SMORZA L’ARAN. DIRITTO ALLE 150 ORE ANCHE PER LE UNIVERSITÀ TELEMATICHE

 

Il Ministro Brunetta con la circolare 12 del 7/10/2011 si è espresso in modo più “blando” (almeno apparentemente) di quanto sostenuto dall’ ARAN non più tardi del 29 settembre scorso, riconoscendo il diritto allo studio (150 ore) anche per assistere alle lezioni delle università telematiche.

Se da un lato l’ ARAN aveva riconosciuto la possibilità di fruizione solo nel caso in cui il dipendente fosse in grado di presentare un certificato dell’Università che, con conseguente assunzione di responsabilità attesti che:

1) sia le giornate che gli  orari devono essere necessariamente coincidenti con le ordinarie prestazioni lavorative.

2) la certificazione che solo in quel determinato orario il dipendente poteva seguire le lezioni.

Dall’altro lato il Ministro Brunetta ha posto quale unico requisito che gli interessati «dovranno certificare l’avvenuto collegamento all’università telematica durante l’orario di lavoro» (come si certifica non si sa … !).

Nel confermare il diritto ha ricordato che la stessa Comunità europea ha esortato i paesi membri a favorire l’uso delle tecnologie informatiche nella formazione in modo da agevolare i lavoratori e le persone disabili all’accesso all’apprendimento e che è interesse delle amministrazioni quello di incoraggiare la formazione universitaria, evitando di frapporre ostacoli nella fruizione dei permessi  alle università telematiche, in modo particolare in un momento in cui i fondi per la formazione scarseggiano.

Confermati gli  otto giorni di permesso retribuito per anno per sostenere gli esami ed il congedo per il dottorato di ricerca che prima era un diritto incondizionato, ora è soggetto alla “compatibilità” con le esigenze di servizio.

 Paola Saraceni                                                       Francesco Prudenzano
 347.0662930

 

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Redazione
Segreteria

4 Risposte a “BRUNETTA SMORZA L’ARAN. DIRITTO ALLE 150 ORE ANCHE PER LE UNIVERSITÀ TELEMATICHE

  • HA VOLTE LA STORIA TORNA ALLA RIBALTA, CON I SUOI FANTASMI SERVENDOSI DI PERSONE DISSACRANTI NEI FATTI, DOBBIAMO VIGILARE.

    CHI HA VISTO IL FILM SUI DIECI COMANDAMENTI?
    fATECI CASO, IL MINISTRO BRUNETTA SOMIGLIA A NATAN
    UN SERVETTO DALLA STATURA BASSA, CHE FACEVA TUTTO QUELLO CHE GLI INDICAVANO I SUOI SUPERIORI EGIZIANI, MENTRE IL POPOLO D’ISRAELE, PER LUI, FACEVANO MATTONI SENZA PAGLIA PER LA CATTIVERIA E LA GELOSIA DEL fARAONE.

  • Il Ministro Brunetta e le oche nane, Ma lo vogliamo capire che il Governo sta facendo le valige? Mancano solo i conti segreti all’ estero da prendere, per poi spiccare il Volo.
    Se l’aprissero, sai quanti miliardi e miliardi di euro trovano, oltre 1000 miliardi di euro.
    Mentre cosa fà la banda Bassoti a palazzo Vidoni con le psiconane, si dilettano come in un vecchio salotto di corte a stuzicare quei lavoratori e lavoratrici che hanno scelto di migliorarsi nella vita. Se questo non è un cplesso per il Ministro Brunetta che cos’è? Eppure i suoi consulenti l’avevano avvisato, ministro, non faccia così, mentre ha deciso all’ incontrario. Ma lo sà che i fannulloni sono alle sue spalle? Dio mio, allontana da noi l’ignorante, l’iracondo, lo stolto, il mangiapane a tradimento e tutti coloro che utilizzano la cosa pubblica per diletto personale, dacci neuropsichiatri ogni giorno, che siano valutati se sono mentalmente efficienti, e manda anche S.Pietro, per valutare il loro cuore esteriormente buono, ma dentro pieno di Lupi mannari. Amen.

  • annamaria
    13 anni fa

    L’ora e il giorno di fruizione delle lezioni è certificabile in maniera molto semplice. Il sito dell’Università telematica conserva i report di tutti gli accessi dello studente riferiti ad ogni lezione fruita con indicazione di ora data e durata del collegamento. Questi report vengono messi a disposizione dello studente in un archivio personale ordinato in modo cronologico e si possono stampare, sarebbe tutto limpido e trasparente peccato che per ottusità e paranoia del controllo siano state negate “a priori” adducendo un ulteriore motivo (visto che la certificazione degli accessi era confutabile con mezzi oggettivi): che la fruizione delle lezioni telematiche “poteva” essere effettuate in orari diversi da quelli di servizio. Cosi moltissimi abbiano dovuto seguire le lezioni nelle ore notturne, specie le donne che nel dopolavoro si occupano della cura delle persone in famiglia e quando ci riescono della casa, (alla faccia delle pari opportunità). Negare i permessi studio e costringere a seguire le lezioni di notte non so quanto sia produttivo ai fini dell’efficienza delle risorse umane e in termini sostanziali annulla il vantaggio offerto dalla modalità telematica, sostituendo un disagio con un altro, rallenta gli studi, moltiplica gli anni di retta da pagare, cosa che avvantaggia l’Istituzione universitaria e l’amministrazione sfrutta la formazione che il dipendente si paga ad alto prezzo sia in termini fisici che economici. A queste condizioni l’esperienza non è sempre vantaggiosa per la lavoratrice, anzi.

  • rosetta
    13 anni fa

    In un momento come questo non sono troppo d’accordo!Mi sembra doveroso concedere i giorni in prossimità degli esami, ma per me è uno spreco (che ancora una volta tutti noi paghiamo)dare permessi per frequentare le lezioni on line durante l’orario di lavoro. Per concederli, sarebbe stata come minimo necessaria un’attestazione, non del dipendente, ma dell’Università telematica dove si dichiarano gli orari delle lezioni on line … ma le università telematiche non si toccano… sono molto potenti!
    Concludendo, non sono d’accordo con questo falso assistenzialismo… Sono soldi e risorse sprecati. Questo è il mio parere.