Replica alla trasmissione “L’ARENA” del 17 gennaio 2016
Roma, 19 gennaio ’16
Dott. Giletti,
On. Brunetta,
ho avuto occasione di ascoltare la trasmissione “L’ARENA” del 17 gennaio 2016 e, pur valutando che trattandosi di una trasmissione televisiva ha necessità di aumentare gli indici ascolto, non posso fare a meno di scrivere a nome della Federazione che, mi preme sottolineare, è maggiormente rappresentativa nel Comparto Ministeri.
Siamo fermamente convinti che la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici lavorano con nobile spirito di servizio rispettando leggi e contratti.
Siamo altrettanto convinti che tra i dipendenti pubblici c’è una minoranza che non rispetta leggi e contratti, che timbra ed esce, che percepisce indebiti buoni pasto, che usa giorni di assistenza ai disabili per usi “diversi”, ecc. ecc. . Non comprendiamo perché a causa di questa minoranza si debba fare una campagna denigratoria contro tutti i dipendenti pubblici che non solo fanno il proprio lavoro ma anche il lavoro degli “assenteisti” o dei furbi a qualsiasi titolo.
Negli ambienti di lavoro, quasi sempre, i dipendenti conoscono esattamente i “vizi” dei colleghi ma c’è una forte tendenza della dirigenza (anche qui, non di tutta la dirigenza) di estraniarsi da questo tipo di problemi, di non vedere cosa succede nel proprio ufficio finché qualche esterno (ad esempio Forze dell’Ordine) rileva i problemi.
I dirigenti fanno (quasi) sempre finta di non vedere o di non sapere anche quando le situazioni sono troppo evidenti.
Di contro altri dirigenti si comportano come fossero Monarchi con pieni poteri.
Ci sono anche dirigenti equilibrati che gestiscono nel migliore dei modi il proprio ufficio.
La nostra Federazione non ha mai difeso, e non vuole farlo, i “furbetti” ma difende a gran voce la stragrande maggioranza dei lavoratori pubblici grazie ai quali la nostra Pubblica Amministrazione rende il miglior servizio ai cittadini.
Non posso fare a meno di sottolineare che i dipendenti pubblici:
- Hanno il contratto bloccato dal 2010 e le prospettive di rinnovo sono per una manciata di euro;
- È stata necessaria una Sentenza della Corte Costituzionale per riparlare di rinnovo contrattuale;
- La vera premialità è ancora un sogno, anche della nostra Federazione che la chiede da sempre.
All’On. Brunetta ho il dovere di spendere qualche parola di replica sui dipendenti giudiziari perché si è rivelato, ancora una volta, un non conoscitore della realtà della quale parla.
On. Brunetta non credo sappia, e glielo diciamo, che nel Ministero della Giustizia:
- Da molti anni le assunzioni del personale sono scarsissime a fronte di costanti assunzioni di personale di magistratura;
- Il personale svolge attività di assistenza in udienza che, in moltissimi casi, superano le 9 ore giornaliere con un compenso per lavoro straordinario che non arriva o arriva dopo anni (senza interessi né rivalutazione monetaria);
- I fondi del lavoro straordinario sono pochissimi e la quota maggiore viene sottratta (unico caso tra tutti i Ministeri) dal Fondo Unico Amministrazione, quindi dal Fondo dei lavoratori, già scarsissimo;
- La Banca Ore esiste contrattualmente dal 2000, nel Ministero della Giustizia non è stata ancora attuata;
- Molti dipendenti fanno turni e reperibilità nei giorni festivi (domeniche, Natale, Capodanno, Pasqua ecc.) ricevendo (a distanza di anni) indennità inferiori a dipendenti privati;
- Da oltre 22 anni non si è riusciti ad attuare delle vere procedure di riqualificazione del personale;
- Da molti anni la nostra Federazione chiede di internalizzare le competenze che sono state attribuite ad Equitalia Giustizia da una legge del 2008, evitando di pagare l’aggio a Società esterne e premiando i dipendenti. Mi faccia verificare, On. Brunetta, chi governava il nostro bel Paese in quegli anni? Chi c’era tra i Ministri della nostra Repubblica?
Se vuole, On. Brunetta, posso ancora continuare ma preferisco fermarmi qui, ammettendo che anche nel Ministero della Giustizia, come in Parlamento ed in qualsiasi posto di lavoro, ci sono le “mele marce” ed è compito di tutti noi attivarci per eliminarle affinché tutte le altre “mele” vengano apprezzate al meglio da tutti per il lavoro svolto e per l’impegno profuso quotidianamente.
Cordiali saluti.
Segretario Generale
(Claudia Ratti)
Coi dirigenti che o se ne infischiano o spadroneggiano, proprio utile la nuova moda di segnalare al superiore gerarchico, cioè denunciare il pesce piccolo al pesce grosso. La responsabilità interna dell’anticorruzione diventa una nuova inquisizione spagnola, creando uno strapotere con effetti contrari, ad esempio la rotazione delle poltrone che offre ghiotte occasioni a clientelismi. La gerarchia è un’omertà girata di novanta gradi, cioè verticale anziché orizzontale. Brunetta come Veneziano dovrebbe ben ricordare che ai tempi della Repubblica il più controllato e sospettato era proprio il Doge