QUALE FUTURO PER I LAVORATORI DELL’ANBSC?
Quale futuro per i lavoratori dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ?
Dopo più di tre mesi dalla prima assemblea sindacale dei lavoratori, convocata dallo scrivente d’intesa con il Segretario Regionale Saverio Pizzuti, presso la sede principale di Reggio Calabria dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ( acronimo ANBSC ), niente è cambiato. E’ necessario quindi ribadire ciò che è stata sino ad oggi l’ANBSC e porre l’attenzione del Parlamento tutto, per il tramite dei parlamentari calabresi, formalmente invitati , sul futuro di questa importante Istituzione, sul futuro dei dipendenti che ormai da anni prestano la propria attività lavorativa, ancora in posizione di comando, distacco e fuori ruolo, in quanto la dotazione organica fissa del personale dell’ANBSC non è stata ancora costituita, anzi per essere precisi soltanto un dipendente è stato inquadrato. E gli altri ? Questa non è una seria “politica del personale”. I dipendenti dell’ANBSC sono stanchi di questo clima di incertezza che ormai si trascina da troppo tempo, anche alla luce delle numerose proposte normative di “Riforma” dell’Agenzia Nazionale che stentano a realizzarsi.
E’ arrivato allora il momento di lanciare un appello, nella veste di dirigente sindacale, al Parlamento tutto. Sì perché anche i dipendenti dell’Agenzia, anche se ad oggi solo in comando, distacco o fuori ruolo, devono essere parte attiva nel processo di crescita dell’Agenzia Nazionale ed avere voce, anche pubblica, rispetto al dibattito sui beni confiscati, che sicuramente l’istituzione dell’Agenzia Nazionale ha contribuito a risvegliare. La legge istituiva dell’ANBSC è stata votata all’unanimità dal Parlamento nell’anno 2010. Il Parlamento tutto deve quindi farsi carico di rilanciare, strutturare e rafforzare l’ANBSC, con delle soluzioni che siano realistiche in quanto le aspettative in campo sono tante, delicate ed urgenti.
Si ripropongono pertanto i numeri e le considerazioni emersi nella citata assemblea sindacale del 15 aprile u.s. , anche per amore della verità rispetto alla continua “disinformazione” che i dipendenti dell’ANBSC, loro malgrado, hanno dovuto subire.
5 sono gli anni trascorsi dall’istituzione dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ;
4 sono i Direttori, Prefetti, che si sono succeduti alla guida dell’Agenzia ;
12 sono ad oggi i componenti che hanno svolto in questi anni le loro funzioni in seno al Consiglio Direttivo dell’Agenzia, che ha visto tra gli altri l’attuale Presidente del Senato Onorevole Dr. Pietro Grasso, già Procuratore Nazionale Antimafia. Tale Organo è stato ricomposto soltanto nel mese di dicembre dell’anno 2014, dopo quasi un anno dalla sua prima naturale scadenza. L’altro Organo dell’Agenzia, il Collegio dei Revisori, è stato ricomposto a fine mese di marzo u.s., dopo più di un anno di vacatio. Sono di tutta evidenza le difficoltà che tutto ciò ha comportato per il regolare funzionamento dell’Agenzia. Le istituzioni deputate stavano lavorando per la riforma, è meglio aspettare per le nomine !!! Forse non riuscivano a mettersi d’accordo sulle persone da nominare ? Forse un anno è anche poco !!!
29 sono i dipendenti che hanno prestato servizio in Agenzia nel 2010, nel primo anno di attività ; 47 nel 2011 , 62 nel 2012, 94 nel 2013, 85 nel 2014, 100 circa infine quelli che prestano ad oggi servizio in Agenzia. Tutti in posizione di comando, distacco o fuori ruolo. Come dire che il legislatore, che il Parlamento, che tutti i Parlamentari, la legge di conversione istitutiva dell’Agenzia, come detto in premessa, è stata votata all’unanimità, abbiano detto sin dal 2010 “ armiamoci e partite ”. L’Agenzia avrebbe bisogno di 200 dipendenti come dotazione organica fissa da reclutare con procedure di mobilità nell’ambito della pubblica amministrazione, quindi “a costo zero”, dando priorità al personale in servizio all’ANBSC che volesse transitare.
Ma nonostante ciò, ecco alcuni dati.
5 sono le sedi operative e funzionanti dell’Agenzia.
In ordine di istituzione :
Reggio Calabria, sede principale, in un immobile in comodato d’uso gratuito di proprietà dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria che a breve ospiterà anche un Ufficio ONU c.d. “Antenne sulle Economie Criminali” frutto di un accordo siglato a Vienna, nel dicembre 2012, dall’allora Governatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, e da Yuri Fedotov direttore dell’UNODC, agenzia ONU leader nella lotta al traffico di droga, al crimine internazionale ed al terrorismo; Roma, sede secondaria, in un immobile confiscato in via definitiva ed acquisito al patrimonio indisponibile dello Stato , così come Palermo e Milano ed infine Napoli, altra sede secondaria, in un immobile in comodato d’uso gratuito con il Ministero della Giustizia.
0 euro quindi per locazioni passive.
Nella relazione tecnica del disegno di legge di riforma anche al c.d. codice antimafia, che dovrebbe fare da capofila, dei Ministri della Giustizia e dell’Interno presentato il 30 novembre dello scorso anno ( Atto Senato nr. 1687 ) si prevede la chiusura delle sedi secondarie di Palermo, Milano e Napoli “perché ciò consentirebbe di ottenere sensibili risparmi sul funzionamento dell’Agenzia, quantificabili complessivamente in 34.443 euro”. In sostanza si prevede di sopprimere 3 presidi di legalità per una revisione della spesa irrisoria. La dotazione organica fissa del personale passerebbe da trenta a sessanta unità di cui trenta da reclutare con procedure di mobilità e trenta per concorso …. e per questi ultimi con la “spending review ” come la mettiamo.
Tanto più che :
che, ad oggi, risulta consistente l’avanzo di amministrazione del bilancio dell’Agenzia. L’Agenzia è in attivo, un evento più unico che raro nel panorama pubblico. Gli sprechi sono tutt’altra cosa.
Oltre 15.000 sono i beni amministrati dall’Agenzia sin dalla sua istituzione, tra beni mobili, immobili e aziende. L’impegno per rendere pubblici tutti i dati relativi a tali beni è quotidiano. Si spera a breve di completare questo lavoro. Qui inoltre è bene fare un piccolo inciso. Per ciò che concerne le aziende confiscate, in una delle lezioni tenute al master universitario di secondo livello in “ Procedure e tecniche delle gestioni giudiziarie e dei beni confiscati alla criminalità” presso l’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, cui hanno partecipato anche nove dipendenti dell’ANBSC, compreso lo scrivente, il prof. Alessandro Danovi, direttore dell’ “Osservatorio Crisi e Risanamento d’Impresa” dell’Università “Bocconi” di Milano, ha affermato che affidare un’amministrazione giudiziaria ad un manager sarebbe un disastro. Molte aziende sequestrate e poi confiscate finiscono in liquidazione, falliscono perché non riescono a stare sul mercato, prima ci stavano solo ed esclusivamente perché la loro gestione era del tutto illegale. A suo dire, condivisibile, il costo della legalità è uguale pertanto alla chiusura di tali aziende.
Oltre 7.000 sono i beni già destinati dall’Agenzia a favore degli enti previsti dalla legge, nonostante l’esiguità delle risorse umane a disposizione dell’ANBSC.
Ultimi due numeri :
2 sono le Commissioni Governative costituite per l’elaborazione di proposte in tema di lotta, anche patrimoniale, alla criminalità ;
4, 5, 6, 7 o forse 8 sono le proposte normative di riforma presentate ed in esame al Parlamento, sicuramente qualcuna è sfuggita . Non è facile capire quale sia quella in fase più o meno avanzata di discussione.
Riforma letteralmente vuol dire “modifica volta a dare un nuovo e migliore assetto a qualcosa”. Tutti gli operatori del settore dovrebbero contribuire alla riforma in argomento, quindi anche l’Agenzia, quasi completamente ignorata, ad ognuno di loro dovrebbe essere riconosciuta pari dignità, perché nessuno può considerarsi depositario della “ricetta magica”.
Le istituzioni preposte a varare tale “Riforma” devono però avere sempre ben presente che dietro le riforme ci sono le “persone”:
persone sono anche quei dipendenti pubblici che hanno prestato e prestano tuttora la propria attività lavorativa presso l’Agenzia, che attendono, con diritti già acquisiti per legge, di conoscere se vi può essere o meno un futuro lavorativo presso l’Agenzia, di essere inquadrati nei ruoli del personale dell’Agenzia che ancora ad oggi, dopo 5 anni, non sono stati costituiti.
Vorrà dire che faranno rientro nelle proprie amministrazioni di appartenenza con buona pace di tutti. Le professionalità, le conoscenza così acquisite sul campo saranno buttate al vento
Nella giornata di domani incontrerò a Roma, insieme agli altri colleghi componenti della RSU dell’ANBSC, il Prefetto Umberto Postiglione, da circa un anno Direttore dell’ANBSC. A Lui chiederò:
- se è stata formalizzata all’Autorità di Vigilanza ( Ministro dell’Interno ) la proposta di riforma dell’Agenzia e come intenda portarla avanti e soprattutto quale futuro intende riservare ai dipendenti che sono ormai stanchi di essere solo ed esclusivamente presi in giro, se non quasi completamente ignorati ;
- di riattivare, in tempi rapidi, la procedura per l’inquadramento nei ruoli del personale dell’ANBSC di quei dipendenti, ormai in servizio da anni in posizione di comando, che hanno maturato ed acquisito tale diritto nel mese di maggio dell’anno 2012 ai sensi del D.P.R. 235 / 2011;
- di procedere, in tempi rapidi, alla verifica della procedura per l’inquadramento nei ruoli del personale dell’ANBSC di quei dipendenti che hanno presentato istanza di transito ai sensi della Legge 228 / 2012 , c.d. Legge di Stabilità 2013 ;
- se non ha già provveduto, di formalizzare una richiesta all’Autorità di Vigilanza ( Ministro dell’Interno ), di aumento della dotazione organica fissa del personale dell’ANBSC, dalle attuali trenta unità ad almeno duecento unità, con procedure di mobilità nell’ambito della pubblica amministrazione, quindi a “costo zero” per lo Stato, attraverso lo strumento del d. “zainetto”, ovvero soppressione del posto in organico nell’amministrazione di appartenenza con conseguente trasferimento delle relative risorse finanziarie al bilancio dell’ANBSC. Detto meccanismo, dunque, non comporterebbe alcun ulteriore onere finanziario a carico dell’Agenzia Nazionale. Basterebbe modificare l’art. 113-bis del D.Lgs. 159/2011 e ss.mm.ii. ( c.d. Codice Antimafia );
- di formalizzare, se non ha già provveduto, all’Autorità di Vigilanza ( Ministro dell’Interno ), una richiesta per il mantenimento delle attuali articolazioni territoriali dell’ANBSC ( Reggio Calabria, Roma, Palermo, Milano e Napoli ), tutte e cinque veri e propri presidi di legalità. Non è concepibile la chiusura delle sedi secondarie di Palermo, Milano e Napoli “perché ciò consentirebbe di ottenere sensibili risparmi sul funzionamento dell’Agenzia, quantificabili complessivamente in 443 euro ” , questo è scritto nella Relazione Tecnica dell’ Atto Senato nr. 1687 . Le attuali sedi dell’ANBSC si ribadisce sono a costo zero in termini di locazioni passive. Ai dipendenti in servizio ormai da anni in quelle sedi cosa diremo, “arrivederci e grazie” , “abbiamo scherzato”. Basterebbe non modificare l’art. 112 del D.Lgs. 159 /2011 e ss.mm.ii. ( c.d. Codice Antimafia );
- di porre in essere un’efficace, precisa e puntuale attività di comunicazione esterna per esplicitare al meglio l’attività istituzionale svolta dall’ANBSC, dai lavoratori tutti dell’ANBSC, che sono stanchi di essere “denigrati” , nella consapevolezza di non essere certo i più bravi o i migliori dipendenti pubblici che l’Agenzia poteva auspicare di avere, ma solo delle persone che, con degli umani limiti, si impegnano quotidianamente a svolgere con onestà il proprio lavoro,
Si ringrazia il Senatore Antonio Stefano Caridi che ha risposto all’invito presenziando alla conferenza stampa e preannunciando la presentazione di un’ interrogazione parlamentare al Sig. Ministro dell’Interno dopo averla sottoposta alla firma anche degli altri Parlamentari calabresi, affinché anche Loro inseriscano in agenda l’ANBSC che ha la sede principale in Reggio Calabria, un evento più unico che raro nel panorama italiano della pubblica amministrazione , quindi nella terra che Loro devono rappresentare e sostenere.
Si ringrazia, altresì, il Senatore Nicola Morra che ha comunicato che per impegni di aula non ha potuto rispondere all’invito.
La presente nota stampa sarà comunque inviata, per opportuna e doverosa conoscenza, agli indirizzi e-mail istituzionali dei Parlamentari calabresi.
Con ossequio.
Reggio Calabria, 27 luglio 2015
RASSEGNA STAMPA
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