LAVORO. NUOVE SOCIALITÀ: SINDACATO 2.0 PER DIFESA DEI LAVORATORI
RASSEGNA STAMPA
DIRE – Roma, 11 novembre 2015
Tra i partecipanti al convegno, il presidente di Nuove Socialita’ Salvatore Ronghi, il segretario della Ugl Comunicazioni Salvatore Muscarella, il Segretario della Ugl Telecomunicazioni, Stefano Conti, il segretario di Fismic Roberto Di Maulo, il Segretario di Fast Trasporti Pietro Serbassi, il Segretario di Federazione Intesa Francesco Prudenzano, il Segretario del Coordinamento Sicurezza Unione Generale Lavoratori, Antonio Scolletta, il sen. Maurizio Gasparri (FI), il sen. Maurizio Sacconi (Ncd), il deputato Marco Di Lello (Pd), il deputato Flavio Tosi, segretario nazionale del movimento “Fare!”. “La crisi economica e finanziaria, le scelte europee ed una precisa volonta’ politica volta a demolire i corpi intermedi hanno determinato un solco tra i lavoratori e i sindacati e tra la politica e i sindacati, un solco nel quale e’ finito il sindacato che il premier Renzi sta attendendo “al varco” con la legge sulla rappresentativita’, finalizzata a ridurre il numero dei sindacati e a limitare la loro sfera di azione solo ai casi di effettiva rappresentanza dei lavoratori” – ha spiegato Ronghi, nell’introdurre i lavori.(SEGUE) (Com/Gup/ Dire) 16:21 11-11-15
ASKANEWS – Roma, 11 novembre 2015
“Il coordinamento e la unitarietà dell’azione sindacale per dare vita ad una ‘coalizione’ in difesa dei lavoratori e ad un nuovo modello sindacale non verticistico ma di base, che faccia sinergia per la crescita economica e per lo sviluppo dell’Italia, per riportare i grandi temi – la disoccupazione, la povertà, i diritti dei lavoratori, la tutela delle famiglie – al centro del dibattito politico-sindacale, per favorire la partecipazione dei lavoratori e dei cittadini tutti”: è l’iniziativa emersa dal convegno promosso dall’Associazione “Nuove Socialità”, tenutosi oggi a Roma. Attraverso il confronto tra sindacalisti e politici, si delinea il “Sindacato 2.0” , un nuovo modello sindacale fondato sulla partecipazione e sulla centralità dei lavoratori e delle categorie, e quindi, sul “rovesciamento della piramide”. Non più, dunque, il modello verticistico e distante dalle realtà territoriali e dai problemi dei luoghi di lavoro delle confederazioni, ma un sindacato rappresentato dalle categorie e dei territori, che, rafforzando il proprio ruolo di piazza e di proposta, accoglie la sfida della rappresentatività e rilancia sul tema della partecipazione. Tra i partecipanti al convegno, il presidente di Nuove Socialità Salvatore Ronghi, il segretario della Ugl Comunicazioni Salvatore Muscarella, il Segretario della Ugl Telecomunicazioni, Stefano Conti, il segretario di Fismic Roberto Di Maulo, il Segretario di Fast Trasporti Pietro Serbassi, il Segretario di Federazione Intesa Francesco Prudenzano, il Segretario del Coordinamento Sicurezza Unione Generale Lavoratori, Antonio Scolletta, il sen. Maurizio Gasparri (FI), il sen. Maurizio Sacconi (Ncd), il deputato Marco Di Lello (Pd), il deputato Flavio Tosi, segretario nazionale del movimento “Fare!”. “La crisi economica e finanziaria, le scelte europee ed una precisa volontà politica volta a demolire i corpi intermedi hanno determinato un solco tra i lavoratori e i sindacati e tra la politica e i sindacati, un solco nel quale è finito il sindacato che il premier Renzi sta attendendo “al varco” con la legge sulla rappresentatività, finalizzata a ridurre il numero dei sindacati e a limitare la loro sfera di azione solo ai casi di effettiva rappresentanza dei lavoratori” – ha spiegato Ronghi, nell’introdurre i lavori. Per il Presidente di Nuove Socialità, si legge in una nota, “i sindacati di categoria devono uscire dall’angolo e dimostrare di saper essere protagonisti della nuova sfida che guarda al futuro puntando sulla radicale trasformazione del modello sindacale ed una nuova strategia improntata alla qualità dell’azione sindacale e alla capacità di tornare in piazza per ribellarsi allo schiacciamento dei diritti dei lavoratori e per sostenerne i diritti. Non più manifestazioni “politiche” utili solo a chi le promuove, ma manifestazioni di volontà tese a riportare al centro dell’attenzione della politica i lavoratori e il mondo del lavoro”. “Un nuovo modello sindacale, dunque, che rimette al centro il lavoratore e ridimensiona le strutture confederali, anche in termini di risorse, a favore delle categorie e dei territori, superando il criterio della “maggiore rappresentatività confederale” che si è rivelato distante dal territorio e dalle categorie, verticistico e lontano dai problemi della base dei lavoratori e delle realtà lavorative ed è ormai considerato superato dagli stessi lavoratori – ha evidenziato Muscarella. “Si è aperta e deve spalancarsi una fase nuova che vede la centralità e il protagonismo delle categorie a cui vanno destinate le risorse derivanti dalla fiducia espressa dai lavoratori, in quanto più vicine alle esigenze di questi ultimi. Risorse, dunque, ma non solo in termini economici, ma anche in termini di risorse umane rappresentate da una nuova classe dirigente sindacale di alta qualità capace di rappresentare al meglio i lavoratori, di tornare alla militanza sindacale indispensabile per tutelare il mondo del lavoro e di formulare nuove proposte di contenuto e di qualità sui tavoli di confronto con la parte datoriale e con le Istituzioni” – ha aggiunto Di Maulo. (segue)
Sindacato 2.0, un nuovo modello fondato sulla partecipazione -2- Se ne è parlato a Roma in un convegno promosso da Nuove socialità Roma, 11 nov. (askanews) –
Al centro del dibattito la contrattazione di secondo livello “sempre più centrale nel rapporto tra le controparti e sempre più incentrata sulla qualità della proposta e sulla maggiore aderenza alle specifiche esigenze di ciascuna categoria e di ciascuna realtà lavorativa, con i diritti fondamentali demandati alla contrattazione nazionale, e la puntuale definizione del rapporto di lavoro affidata interamente alla contrattazione decentrata ed aziendale” – ha rimarcato Serbassi. Dal nuovo modello sindacale alla legge sulla rappresentatività che sta prendendo forma in Parlamento “che non impone soltanto una capacità rappresentativa numerica, ma anche una capacità rappresentativa degli scenari economici e sostanziale, ovvero una visione strategica complessiva dei grandi temi dell’economia e del lavoro ed un coordinamento delle azioni di politica sindacale e di proposta tesa alle politiche attive del lavoro” – ha sottolineato Prudenzano. “Il nuovo modello sindacale pone le basi per dare vera attuazione alla partecipazione e all’art. 46 della Costituzione “per far sì che i lavoratori siano protagonisti dei processi produttivi e del processo di sviluppo del Paese” ha evidenziato Conti. “Il nuovo modello sindacale mette in campo un’azione di prossimità e di territorio, che tenga sempre meno conto delle diversità di tipologie contrattuali per far riferimento al contesto urbano ed alle opportunità di fare sistema per la crescita lo sviluppo e la sicurezza – ha sottolineato Scolletta – che ha ricordato come, proprio nel comparto della Sicurezza, si giochi una delle più importanti partite della democrazia e della libertà nell’esercizio dei diritti sindacali da parte degli agenti delle Forze dell’Ordine. Ciò non solo per garantire quello che è un diritto primario, ma anche per fronteggiare le “aggressioni” alla libertà sindacale di questa categoria di lavoratori, aggressioni che, talvolta, sono provenute proprio dalla politica”. Red/Rcc
il Velino/AGV NEWS – Napoli, 11 novembre 2015
“Il coordinamento e la unitarieta’ dell’azione sindacale per dare vita ad una ‘coalizione’ in difesa dei lavoratori e ad un nuovo modello sindacale non verticistico ma di base, che faccia sinergia per la crescita economica e per lo sviluppo dell’Italia, per riportare i grandi temi – la disoccupazione, la poverta’, i diritti dei lavoratori, la tutela delle famiglie – al centro del dibattito politico-sindacale, per favorire la partecipazione dei lavoratori e dei cittadini tutti”: e’ l’iniziativa emersa dal convegno promosso dall’Associazione “Nuove Socialita’”, tenutosi oggi a Roma. Attraverso il confronto tra sindacalisti e politici, si delinea il “Sindacato 2.0” , un nuovo modello sindacale fondato sulla partecipazione e sulla centralita’ dei lavoratori e delle categorie, e quindi, sul “rovesciamento della piramide”. Non piu’, dunque, il modello verticistico e distante dalle realta’ territoriali e dai problemi dei luoghi di lavoro delle confederazioni, ma un sindacato rappresentato dalle categorie e dei territori, che, rafforzando il proprio ruolo di piazza e di proposta, accoglie la sfida della rappresentativita’ e rilancia sul tema della partecipazione. Tra i partecipanti al convegno, il presidente di Nuove Socialita’ Salvatore Ronghi, il segretario della Ugl Comunicazioni Salvatore Muscarella, il Segretario della Ugl Telecomunicazioni, Stefano Conti, il segretario di Fismic Roberto Di Maulo, il Segretario di Fast Trasporti Pietro Serbassi, il Segretario di Federazione Intesa Francesco Prudenzano, il Segretario del Coordinamento Sicurezza Unione Generale Lavoratori, Antonio Scolletta, il sen. Maurizio Gasparri (FI), il sen. Maurizio Sacconi (Ncd), il deputato Marco Di Lello (Pd), il deputato Flavio Tosi, segretario nazionale del movimento “Fare!”. “La crisi economica e finanziaria, le scelte europee ed una precisa volonta’ politica volta a demolire i corpi intermedi hanno determinato un solco tra i lavoratori e i sindacati e tra la politica e i sindacati, un solco nel quale e’ finito il sindacato che il premier Renzi sta attendendo “al varco” con la legge sulla rappresentativita’, finalizzata a ridurre il numero dei sindacati e a limitare la loro sfera di azione solo ai casi di effettiva rappresentanza dei lavoratori” – ha spiegato Ronghi, nell’introdurre i lavori. Per il Presidente di Nuove Socialita’ “i sindacati di categoria devono uscire dall’angolo e dimostrare di saper essere protagonisti della nuova sfida che guarda al futuro puntando sulla radicale trasformazione del modello sindacale ed una nuova strategia improntata alla qualita’ dell’azione sindacale e alla capacita’ di tornare in piazza per ribellarsi allo schiacciamento dei diritti dei lavoratori e per sostenerne i diritti. Non piu’ manifestazioni “politiche” utili solo a chi le promuove, ma manifestazioni di volonta’ tese a riportare al centro dell’attenzione della politica i lavoratori e il mondo del lavoro”. “Un nuovo modello sindacale, dunque, che rimette al centro il lavoratore e ridimensiona le strutture confederali, anche in termini di risorse, a favore delle categorie e dei territori, superando il criterio della “maggiore rappresentativita’ confederale” che si e’ rivelato distante dal territorio e dalle categorie, verticistico e lontano dai problemi della base dei lavoratori e delle realta’ lavorative ed e’ ormai considerato superato dagli stessi lavoratori – ha evidenziato Muscarella. “Si e’ aperta e deve spalancarsi una fase nuova che vede la centralita’ e il protagonismo delle categorie a cui vanno destinate le risorse derivanti dalla fiducia espressa dai lavoratori, in quanto piu’ vicine alle esigenze di questi ultimi. Risorse, dunque, ma non solo in termini economici, ma anche in termini di risorse umane rappresentate da una nuova classe dirigente sindacale di alta qualita’ capace di rappresentare al meglio i lavoratori, di tornare alla militanza sindacale indispensabile per tutelare il mondo del lavoro e di formulare nuove proposte di contenuto e di qualita’ sui tavoli di confronto con la parte dat oriale e con le Istituzioni” – ha aggiunto Di Maulo. Al centro del dibattito la contrattazione di secondo livello “sempre piu’ centrale nel rapporto tra le controparti e sempre piu’ incentrata sulla qualita’ della proposta e sulla maggiore aderenza alle specifiche esigenze di ciascuna categoria e di ciascuna realta’ lavorativa, con i diritti fondamentali demandati alla contrattazione nazionale, e la puntuale definizione del rapporto di lavoro affidata interamente alla contrattazione decentrata ed aziendale” – ha rimarcato Serbassi. Dal nuovo modello sindacale alla legge sulla rappresentativita’ che sta prendendo forma in Parlamento “che non impone soltanto una capacita’ rappresentativa numerica, ma anche una capacita’ rappresentativa degli scenari economici e sostanziale, ovvero una visione strategica complessiva dei grandi temi dell’economia e del lavoro ed un coordinamento delle azioni di politica sindacale e di proposta tesa alle politiche attive del lavoro” – ha sottolineato Prudenzano. “Il nuovo modello sindacale pone le basi per dare vera attuazione alla partecipazione e all’art. 46 della Costituzione “per far si’ che i lavoratori siano protagonisti dei processi produttivi e del processo di sviluppo del Paese” ha evidenziato Conti. “Il nuovo modello sindacale mette in campo un’azione di prossimita’ e di territorio, che tenga sempre meno conto delle diversita’ di tipologie contrattuali per far riferimento al contesto urbano ed alle opportunita’ di fare sistema per la crescita lo sviluppo e la sicurezza – ha sottolineato Scolletta – che ha ricordato come, proprio nel comparto della Sicurezza, si giochi una delle piu’ importanti partite della democrazia e della liberta’ nell’esercizio dei diritti sindacali da parte degli agenti delle Forze dell’Ordine. Cio’ non solo per garantire quello che e’ un diritto primario, ma anche per fronteggiare le “aggressioni” alla liberta’ sindacale di questa categoria di lavoratori, aggressioni che, talvolta, sono provenute proprio dalla politica”. (rep/com) 171211 NOV 15 NNNN